Roma: valorizzazione del patrimonio e nuova occupazione
E’ la Senatrice Margherita Corrado, proveniente dal Sud,checon “Attiva Roma” assicura ai romani e al mondo culturale la moltiplicazione di quei valori che l’ attuale Ministero della Cultura tiene nascosti
di Alberto Zei
La novità
Finalmente tra i candidati alle prossime elezioni amministrative di Roma c’è chi propone un programma elettorale che comporta in sé, per la sua stessa attuazione, non una spesa, pur finalizzata, come ogni candidato sostiene a beneficio pubblico, ma una remunerazione del valore culturale a sua volta apportatrice di benefici economici di significativo spessore, con creazioni di posti di lavoro e messa in valore del patrimonio culturale di Roma e del nostro Paese. Molti credono che l’Italia abbia il più grande patrimonio artistico del mondo, perché primeggia negli elenchi dei beni che l’UNESCOriconosce e tutela come patrimonio dell’umanità: non è un criterio valido ma l’assunto è probabilmente vero ugualmente.
La senatrice Corrado intende porre all’apice del proprio programma elettorale, quello della lista civica “Attiva Roma”, la fruizione, per il pubblico nazionale e internazionale, di tutti i beni culturali, non solo i cd. grandi attrattori ma anche i molti lasciati deperire e condannati all’incuria dallo stesso Ministero della Cultura perché non generano profitti. Un Ministero che ha cambiato spesso, negli anni, la sua denominazione come se fosse il nome a garantirne l’innovazione, con il classico sistema del “Gattopardo”teorizzato daTomasi di Lampedusa: cambiare tutto nell’intento di mantenere le cose come stanno.
Un valore aggiunto
Questo contegno finora è stato preferito, invece che valorizzare, attraverso le conoscenze e l’esperienza dei professionisti del settore, i siti culturali esistenti e i beni che potrebbero essere esposti nelle sedi, storiche e ‘nuove’, che il programma di “Attiva Roma” si propone di reperire anche nell’enorme patrimonio immobiliare di Roma oggi inutilizzato o male utilizzato, a favore dei romani, dei cittadini italiani, dei turisti di tutto il mondo.
Un utilizzo responsabile e ponderato del patrimonio culturale anche fini economici può portare giovamento alle dissestatecasse di Roma Capitale e dello Stato in virtù dell’interesse dei cittadini, non della coltivazione delle clientele come fatto finora dal ministro Franceschini.
Una delle iniziative proposte da Attiva Roma è l’inventariazione a tappeto dei beni culturali municipali e dello Stato per poi digitalizzarli. La mancata valorizzazione in situ o in museo è una vera e propria sottrazione di quei beni di valore civico alla popolazione in genere e agli appassionati d’arte italiani e stranieri. Va superata, d’altro canto, la pretestuosità di restauri di beni di elevato valore artistico e venale commissionati e poi ‘dimenticati‘ senza chiederne la restituzione. È accaduto anche questo, negli anni.
Per i prodotti romani
L’immenso patrimonio culturale della Città Eterna potrebbe essere rappresentato nel mondo attraverso un marchio commerciale di riconoscimento, applicabile a beni e servizi,registrato dall’Amministrazione capitolina, come consentito dal Codice della proprietà industriale e fatto con profitto in altre città italiane. Il marchio commerciale e i diritti d’immagine sui singoli monumenti di maggior richiamo, registrati anch’essi, potrebbe garantire a Roma Capitale un gettito importante senza alcun impegno di spesa. Impensabile rinunciarci, date le continue necessità di manutenzione e restauro dei beni culturali capitolini.