Ripartita la corsa all’oro
Nasce il gigante delle miniere Newmont, offre 19,5 miliardi per Newcrest
di Roberto Casalena
I grossi deficit dei Paesi, la guerra in Ucraina, ed altre sparse nel pianeta, nonchè l’insicurezza dei vari governi nonchè dell’Europa, hanno dato inizio ad una nuova corsa all’oro, i cui prezzi macinano record di giorno in giorno. Come noto l’oro è l’ultimo dei rifugi dei risparmiatori ed ora che non ci sono più valute ancorate al metallo giallo, ma solo carta stampata che ha un valore simbolico e non reale come l’oro, la corsa agli acquisti sia dei privati, che, soprattutto di alcuni Paesi, Cina e Russia in testa. Dunque la corsa all’oro è ripresa. La Cina in particolare sta acquistando a piene mani lingotti d’oro, anche perchè non si fida più del dollaro e quindi cerca di bilanciare il paniere dei suoi investimenti. La tabella di cui sotto evidenzia gli stock di oro dei principali Paesi, anche se ne manca uno, cioè il Vaticano, che invece sarebbe il primo possessore al mondo di oro, con un valore stimato di circa 1600mlrd di euro.
Tra l’altro, per quanto riguarda l’italia che risulterebbe terza al mondo per tonnellate auree è bene precisare che per ora l’oro sarebbe di Bankitalia e di chi ne possiede le quote, cioè banche private, assicurazioni e fondi vari, per cui l’oro posseduto non sarebbe dell’Italia.
Secondo le stime sono state estratte circa 187.200 tonnellate d’oro nel corso della storia.
L’Italia é terza nelle riserve auree: 2.452 tonnellate, dopo Stati Uniti e Germania. Francia e Russia sono al quarto e quinto posto.
Cina e India sono gli stati che cercano di investire in oro il più possibile per arrivare al 20% del loro Pil. Adesso sono al 7-8%.
Le previsioni dicono che nel 2025 il prezzo sarà di 95/100€ Gr.
Intanto, sta per nascere il più grosso produttore d’oro del mondo: la statunitense Newmont, già tra i più grossi gestori di miniere del globo, ha alzato l’offerta per acquisire l’australiana Newcrest a 19 miliardi di dollari. Gli asset combinati tra i due li renderebbero il dominatore dei metalli preziosi. Il board di Newcrest, quotata a Sydney, hanno già rigettato un’offerta da 17 miliardi a febbraio, questo rilancio secondo gli analisti potrebbe essere quello decisivo. La fusione arriva nel momento in cui l’oro è tornato ai massimi degli ultimi 15 mesi di poco sopra a 2mila dollari l’oncia.