Caccia al tesoro nei caveau di Bankitalia
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Caccia al tesoro sull’oro di Bankitalia. Tutte le trasmissioni “politico-culturali delle Tv, si occupano di tutto in questo periodo, nello specifico, di economia, banche e sviluppo, ma, stranamente, nessuna ha provato a dipanare la matassa sull’oro di Bankitalia (circa 1500 miliardi di euro) Perché? Abbiamo chiesto “lumi” alla Banca d’Italia, al Tesoro, ed all’Abi, ma nessuno ha mai risposto ai nostri quesiti. Chi si occupa del problema? Neanche i grillini, ed è tutto dire. A quanto ci risulta, l’oro, almeno per il momento, apparterrebbe ancora della banca centrale, che è controllata da banche ed assicurazioni. Il che vuol dire, almeno in linea teorica, che se le banche decidessero di venderne parte, potrebbero farlo, ed ottenere plusvalenze faraoniche. E lo Stato? A guardare. Se l’oro fosse dello Stato, teoricamente potrebbe anche essere venduto sul mercato, in periodi di crisi, come l’attuale, e gli incassi essere spesi per lo sviluppo, superando i cordoni di Bruxelles. Ma il fatto che nessuno risponda, e che sulla questione, Camere e Governo dormano, la dice lunga.
All’epoca, siamo nel 1998, arrivò la bocciatura da parte dell’Eurostat: niente vendita dell’oro dall’Ufficio Cambi (Uic) alla Banca d’Italia. “Si tratta – fu scritto in un comunicato molto stringato – di una operazione finanziaria senza impatto sul calcolo del deficit pubblico. Dal punto di vista economico l’Uic è detenuto dalla stato italiano. Quest’ultimo nomina la maggioranza dei membri del Cda, riceve regolarmente una parte dei profitti e possiede un diritto sull’attivo netto in caso di liquidazione. Benchè lo stato italiano legalmente non sia azionista, le riserve d’oro sono detenute dall’Uic e gestite nell’interesse generale della nazione”.
Subito Prodi convocò un vertice a Palazzo Chigi, al quale presenziarono i ministri del Tesoro Carlo Azeglio Ciampi e quello della Funzione Pubblica Franco Bassanini. Il verdetto dell’Eurostat si rifà a due precedenti decisioni del 3 febbraio e del 17 dicembre del 1997 che avevano preso in esame casi analoghi di operazioni con l’oro fatte in altri paesi. La decisione – è sempre spiegato nella nota diffusa da Bruxelles – è in linea con il Sec 79, cioè il sistema europeo di contabiilità nazionale in vigore ai fini di Maastricht e che costituisce l’altro elemento sul quale Eurostat prende le proprie decisioni. Intanto sulla delibera di Eurostat si espresse il Ragioniere generale dello Stato, Andrea Monorchio: “Il governo non centra niente con queste istituzioni che hanno deciso autonomamente. Il comportamento fiscale di Bankitalia e Uic è stato sempre costante nel tempo. Il fatto che Eurostat abbia dei dubbi è un problema suo. Ci tengo però a sottolineare che indipendentemente dai tremila miliardi(oggi circa 1500 miliardi di euro) dell’oro noi rispettiamo lo stesso i parametri richiesti da Maastricht“. Un guazzabuglio che ancora oggi non si è risolto, ed allora chi vuole partecipare a questa caccia al tesoro?