Consultazione referendaria: papocchio destinato a fallire
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Consultazione referendaria: papocchio destinato a fallire. In questi giorni anche il M5S sostiene che il referendum non sia affare ad personam pro o contro il premier Renzi, ma riguardi solo i contenuti. Probabilmente i grillini non sono più affascinati dalla caduta di governo, necessitano dei tempi tecnici per poter dimostrare attraverso la buona gestione di Roma e Torino il loro valore, puntare alle politiche, e vincere.
Comunque sia, la riforma costituzionale, anche se imperfetta contiene di fatto alcuni potenziali germi innovativi, come l’abolizione parziale del Senato e la chiusura delle Provincie. Quindi un taglio considerevole dei costi, anche se per il Senato rimarrebbero sempre accese le spese per il funzionamento dell’apparato. Il bicameralismo differenziato dovrebbe semplificare i processi decisionali ed assicurare maggiore rapidità, ma, entrando nelle pieghe della normativa, ci sono seri presupposti di possibili impugnative sulla quale sarebbe chiamata a pronunciarsi la Corte Costituzionale.
Il papocchio
Solo in apparenza. Negli art. 70 e 72 vigenti il procedimento legislativo è disciplinato con 198 parole. La legge Renzi-Boschi sostituisce i due articoli con 870 parole. Può mai essere una semplificazione? In realtà si moltiplicano i procedimenti legislativi diversificandoli in rapporto all’oggetto della legislazione. Ne vengono incertezze e potenziali conflitti tra le due camere, che potrebbero arrivare fino alla Corte costituzionale. Un premio di maggioranza non è di per sé incostituzionale. Ma è incostituzionale quello dell’Italicum. Già la soglia al 40% configura un premio di maggioranza enorme, con 340 deputati garantiti. Per di più, essendo sempre 340 i seggi assegnati alla lista vincente, il premio sarà maggiore per chi ha il 40% dei voti, minore per chi ha il 41%, e così via. Meno voti si prendono, più seggi aggiuntivi si ottengono con il premio. Un elemento di manifesta irrazionalità. Ma l’Italicum garantisce che si sappia chi vince la sera del giorno in cui si vota. Un elemento di certezza. Che nessun sistema elettorale potrà sempre e comunque assicurare. E in ogni caso la governabilità non si assicura dando un potere blindato con artifici aritmetici a chi ha una minoranza – anche ristretta – di consensi reali nel paese. Sarà pur sempre un governo al quale la parte prevalente del corpo elettorale ha negato adesione e sostegno.