Consultazione referendaria: papocchio destinato a fallire

consultazione-referendaria-papocchio

castronibanner728x90Consultazione referendaria: papocchio destinato a fallire. In questi giorni anche il M5S sostiene che il referendum non sia affare ad personam pro o contro il premier Renzi, ma riguardi solo i contenuti. Probabilmente i grillini non sono più affascinati dalla caduta di go­verno, necessitano dei tempi tecnici per poter dimostrare attraverso la buona gestione di Roma e Torino il loro valore, puntare alle politi­che, e vincere.

Comunque sia, la riforma costituzionale, anche se imperfetta con­tiene di fatto alcuni potenziali germi innovativi, come l’abolizione parziale del Senato e la chiusura delle Provincie. Quindi un taglio considerevole dei costi, anche se per il Senato rimarrebbero sem­pre accese le spese per il funzionamento dell’apparato. Il bicamera­lismo differenziato dovrebbe semplificare i processi decisionali ed assicurare maggiore rapidità, ma, entrando nelle pieghe della nor­mativa, ci sono seri presupposti di possibili impugnative sulla quale sarebbe chiamata a pronunciarsi la Corte Costituzionale.

Il papocchio

Il presidente del Consiglio Matteo Renzi con il ministro per le Riforme e Rapporti col Parlamento Maria Elena Boschi durante la conferenza stampa al termine del Consiglio dei ministri, Palazzo Chigi, Roma, 31 marzo 2014. ANSA/ETTORE FERRARI

Solo in apparenza. Negli art. 70 e 72 vigenti il procedimento legisla­tivo è disciplinato con 198 parole. La legge Renzi-Boschi sostituisce i due articoli con 870 parole. Può mai essere una semplificazione? In realtà si moltiplicano i procedimenti legislativi diversificandoli in rapporto all’oggetto della legislazione. Ne vengono incertezze e po­tenziali conflitti tra le due camere, che potrebbero arrivare fino alla Corte costituzionale. Un premio di maggioranza non è di per sé in­costituzionale. Ma è incostituzionale quello dell’Italicum. Già la so­glia al 40% configura un premio di maggioranza enorme, con 340 deputati garantiti. Per di più, essendo sempre 340 i seggi assegnati alla lista vincente, il premio sarà maggiore per chi ha il 40% dei voti, minore per chi ha il 41%, e così via. Meno voti si prendono, più seg­gi aggiuntivi si ottengono con il premio. Un elemento di manife­sta irrazionalità. Ma l’Italicum garantisce che si sappia chi vince la sera del giorno in cui si vota. Un elemento di certezza. Che nessun sistema elettorale potrà sempre e comunque assicurare. E in ogni caso la governabili­tà non si assicura dando un potere blindato con artifici aritmetici a chi ha una minoranza – anche ristretta – di consensi reali nel pae­se. Sarà pur sempre un governo al quale la parte prevalente del corpo elettorale ha negato adesione e sostegno.

Lascia un commento