Jobs Act luce sinistra sul futuro. Italia in saldo
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Jobs act. Italia in svendita. Il trend getta una luce sinistra sul futuro. Basta solo guardare la storia degli incentivi per capire che i prossimi mesi non promettono nulla di buono. L’anno scorso per le assunzioni a tempo indeterminato era previsto uno sgravio contributivo totale triennale con il limite di 8.060 euro annui mentre quest’anno lo sgravio è biennale e limitato al 40% dei contributi (il tetto è a 3.250 euro annui). Infatti i dati inerenti le assunzioni nel primo trimestre di quest’anno sono impietosi: i nuovi contratti sono scesi a 51 mila, il 77% in meno rispetto allo stesso trimestre dell’anno scorso, e risulta anche più basso rispetto allo stesso trimestre del 2014, quando il Jobs Act ancora non esisteva, e non vi erano neanche incentivi. L’anno prossimo la situazione potrebbe complicarsi dato che il bonus dovrebbe ridursi ancora (annuale e limitato al 20%, l’ipotesi più gettonata). Matteo Renzi sembra intenzionato a cavalcare il tema. «Senza la flessibilità, la riduzione delle tasse sarebbe impossibile – spiega il presidente del Consiglio – Senza la flessibilità e dopo 25 miliardi di tagli alla spesa, le tasse non le riduce nemmeno mago Merlino». La Commissione ha concesso elasticità di bilancio, un extra-deficit di 26 mld in due anni, in cambio di riforme e investimenti, e privatizzazioni. Di certo, non per tagliare le tasse e rilanciare la crescita. Un input europeo che ha condizionato le scelte del governo con la Legge di Stabilità. E che ha finito per condizionare l’intero mondo del lavoro.
Intanto la Francia scende in piazza contro il Jobs Act, la “El Khomri” – la legge che prende il nome da Myriam El Khomri, ministra del Lavoro, e introduce maggiore flessibilità: soprattutto rende più facile il ricorso al licenziamento economico, in particolare nelle imprese più piccole. Al momento attuale solo la Cfdt, uno dei due più grandi sindacati francesi, tradizionalmente più moderato, è favorevole alla riforma. Assolutamente contraria, invece, l’altra grande forza sindacale, la Cgt (equivalente della Cgil italiana) e altri sei sindacati nazionali (Fo-Force Ouvrière, Fsu, Solidaires, Unef, Unl e Fidl).
Sul fronte importazione clandestini intanto, giunge fulmine a ciel sereno, la proposta Alfano che prevede hotspots galleggianti, su traghetti da 3000 persone dove poter effettuare le schedature necessarie e selezionare chi ha diritto all’asilo. In tal modo non ci sarebbero fughe ed una volta a terra i non aventi diritto verrebbero rispediti nei loro paesi di provenienza. Ma di costi non se ne parla, come al solito. Ora chi si fa carico di chi invade le nostre coste? Francia e Gran Bretagna, che hanno tirato il sasso contro Gheddafi, si guardano bene dal suddividere equamente il flusso da buon comunitari. Rischiamo di rimanere da soli col cerino acceso in mano, nel bel mezzo di un mare carico di benzina.