Cartelle non pagate: spremuta di tasse. Arriva il pignoramento del 730

Prelievo forzato sul 730 per chi non ha pagato una o più cartelle esattoriali. È questo il meccanismo che sta mettendo a punto il Governo, a cazzottate, per cercare di incassare i 7,2 miliardi di maggiori entrate dalla lotta all’evasione, per cercare di pareggiare i conti della Legge di Bilancio. Se negli anni passati la parola d’ordine era «rottamazione», quest’anno, invece, sarà «prelievo forzoso» o – come lo ha definito IlSole 24 Ore «pignoramento del 730».

In buona sostanza, si tratterà di una compensazione automatica e obbligatoria di tutti i debiti che il cittadino ha nei confronti del Fisco con i crediti d’imposta per somme iscritte a ruolo e non ancora pagate. Tale compensazione non varrà, invece, per chi ha già chiesto una rateazione e sta pagando il conto mensilmente.Le regole saranno messe nero su bianco in questi giorni e troveranno spazio nel decreto legge – il cosiddetto decreto fiscale – che anticiperà la Legge di Bilancio e che dovrebbe vedere la luce la prossima settimana. E per chi ha solo il modello 101, cosa succederà?. Al momento non si sa. Il Governo sta per far saltare il tappo del vulcano ed inondare l’ Italia di lapilli e lava, cioè la fine della sopravvivenza.

Il decreto fiscale interviene così pesantemente nei confronti degli impenitenti debitori per cartelle esattoriali. Da un lato, con i rimborsi da 730 (precompilata inclusa) che sarebbero automaticamente decurtati o azzerati dal fisco in presenza di debiti iscritti a ruolo non ancora pagati. Dall’altro,ritardando l’utilizzo dei crediti Irpef, Ires e Irap e imponendo un meccanismo già sperimentato per l’Iva: quando l’importo che il contribuente vuole portare in compensazione supera i 5mila euro deve prima trasmettere la dichiarazione e attendere 10 giorni dopo l’invio telematico.

Se la proposta verrà confermata, dal mese di gennaio 2020, per la compensazione dei crediti di imposta formatisi nel 2019, occorrerà attendere: le Entrate chiederanno prima una sorta di “permesso” all’Agente della Riscossione prima di pagare il cittadino. Se l’esattore confermerà che non ci sono debiti in gestione, allora il credito d’imposta sarà erogato. Nel caso, invece, di riscontro positivo, Agenzia delle Entrate – Riscossione (Ader) notificherà al contribuente una comunicazione che preannuncia una compensazione d’ufficio tra il rimborso e l’importo a ruolo, entro 60 giorni dalla ricezione della stessa. Entro 30 giorni, il contribuente potrà attivare un contraddittorio con l’Ader per far valere le sue eventuali ragioni. Come spiega sempre Il Sole 24 Ore, «Si prevede pertanto che le Entrate, dopo aver ricevuto le liquidazioni dei modelli 730 e prima di trasmettere i relativi prospetti al datore di lavoro, consultino le banche dati dell’Ader per verificare se sussistono debiti derivanti da cartelle già notificate, non oggetto di sospensione o di dilazione. Nel caso in cui dovesse emergere una situazione debitoria, l’Ader notifica al beneficiario un avviso debitamente motivato contenente l’avvertenza che, decorsi 60 giorni, le somme dell’assistenza fiscale saranno utilizzate in compensazione fino a concorrenza dei debiti a ruolo».

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