Trump effetto domiNo sul referendum del 4 Dicembre

trump_5Trump. È in essere un movimento contro le tradizionali forme di rappresentanza. Lo stesso Donald ha vinto nonostante il Partito Repubblicano. Una riflessione analoga si può fare per la Brexit. Ovviamente l’effetto del tracollo è più eclatante per le forze democratiche e socialdemocratiche perché sono state soprattutto loro a non comprendere i fenomeni che ci hanno condotto a codesta situazione. La moltiplicazione delle ingiustizie, delle diseguaglianze; il crollo del ceto medio; lo smottamento della tradizionale base operaia; l’incapacità di superare lo schema di welfare basato sulla pressione fiscale. Oggi l’unico sindacato che conta è quello dei pensionati e a man a mano che si pensionano i genitori, emergono i figli precari, i figli pagati con il voucher, i figli ancora a carico della famiglia. La classe dirigente, a destra come a sinistra, ha pensato solo a diventare establishment. La sinistra è stata a rimorchio delle liberalizzazioni e dei poteri forti. In aggiunta ci sono gli effetti devastanti dell’immigrazione. In assenza di politiche efficienti e credibili, non banali promesse, ci sono tre tappe da percorrere nel nostro continente. La prima è quella del malcontento, la seconda sparare contro i Palazzi del potere, infine, la terza l’affermazione di una ultra-destra feroce. A meno che i Cinquestelle…L’effetto Trump può davvero galvanizzare tutti coloro che vogliono rottamare Renzi e i suoi vassalli. Trump ha detto chiaro e tondo che la politica americana (Obama-Clinton) in Libia e Siria ci avrebbe trascinato «in una terza guerra mondiale» con l’unico effetto di esacerbare le tensioni con la Russia, e che «la priorità dovrebbe essere la lotta all’Isis e non l’uscita di scena di Assad, come reclama l’attuale amministrazione Usa»…Giorgio Napolitano, invece, si fece in quattro per assecondare la guerra in Libia, tacque come un pesce sulla Siria, e adesso ‘sta riflettendo’. Buon pro gli faccia. La vittoria di Trump potrebbe cambiare le regole del gioco internazionale, verso un miglioramento dei rapporti con la Russia; l’Europa ne avrebbe tutto da guadagnare. L’Italia soprattutto. Non capisco perché tanta gente inorridisce addirittura alla vista di Donald Trump presidente degli Stati Uniti, come se alla Casa Bianca fosse arrivato un ‘barbaro’, un impresentabile, qualcuno di assolutamente improponibile per rappresentare l’ uomo e il cittadino del Nord America, eccetera eccetera… Bisognerà comprare agli inorriditi e alle inorridite un buon paio di occhiali. Ammesso che servano, ad occhi incapaci di vedere e cioè di interpretare.  Il nostro Donald è, se la caratterologia serve a qualcosa, il tipico esempio di nordamericano di sempre, uomo del ‘popolo USA’ come meglio non si sarebbe potuto inventare. Bastano le fotografie per accostare il suo faccione rubicondo e di franco parlare, biondo rossiccio cui non mancano di sicuro le immancabili lentiggini, alla simpaticissima e ben nota ‘faccia’ di Van Johnson (1916-2008), non dimenticato attore di tante commedie cinematografiche che hanno spopolato negli anni migliori del ‘mito americano’ tra gli anni ’50 e ’60 Ecco, se si guarda con la dovuta misura fisionomica si riconosce subito che Donald Trump ‘discende da quei rami’, che sono poi comuni e ‘tipici’ caratteri dell’uomo medio nordamericano: può piacere o meno, ma sicuramente piace molto al ‘popolo statunitense’ che si rispecchia in lui come suo figlio genuino, degno di rappresentarlo. C’è poi da aggiungere a conferma un’altra osservazione: anche Bill Clinton, fotografato da ragazzo, somigliava parecchio al giovane Van Johnson; e per dovuta traslazione, anche al giovane Donald Trump. Cambio della guardia più che comprensibile, dunque, e forse addirittura scontato, nella mente e nei cuori degli americani. Altro che uomo ‘impresentabile’, con buona pace di chi avrebbe preferito la signora Hillary Clinton ad uno che è ‘quasi sosia’ di suo marito.

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