Colpo di Stato. Ecco come ribalteranno l’esito del referendum. La gola profonda
Colpo di Stato. Padoan vuol chiedere aiuti all’ESM. Ma ciò vale a ribaltare il NO al referendum, e accasarsi la Troika. Non v’è nessun Governo legittimo attualmente nel Paese, e qualsiasi decreto legge deve esser stralciato dal Parlamento. Il popolo italiano, nonostante anni di lotta, ancora ignora cosa sia il MES, e cosa comporti. Di tutti i gravi accadimenti, ancora in essere, questo sarebbe talmente pernicioso, che definirlo colpo di Stato sarebbe un eufemismo, perché uno Stato, dopo una richiesta di aiuti al MES, cesserebbe di esistere. Qualunque governo venga di seguito a quello uscente di Renzi, verrà commissariato. Non importa se avrà cinque o sei stelle: avrà le mani legate. Chiedere aiuto, per l’Unione Europea, significa un programma di pesanti condizionamenti, ed espropri, non solo, altro indebitamento, giacché il circuito economico–finanziario venutosi a creare da codesto Keynes fuori legge, è che per dirimere una questione finanziariamente compromessa, ci si indebita all’infinito. A tal proposito, si staglia l’esempio della Grecia. Si creda che nella penisola ellenica il FMI, ha imposto la privatizzazione, e quindi la cessione al mercato, di tutti i più grandi asset del paese, aeroporti, le poste, etc., autostrade, e via discorrendo. Quindi, anzitutto aiuto qui non è forse sinonimo di conquista, o bottino? Il MES dispone di un capitale che al momento è pari a circa 700 miliardi di Euro, suddiviso in quote da ripartire tra i vari paesi aderenti, al momento quelli della zona Euro, tra i quali anche l’Italia. La quota di contribuzione a questi 700 miliardi di Euro italiana è del 17,9% e questo, facendo i conti, implica un esborso di 125 miliardi di Euro. Di questi 125 miliardi bisogna corrispondere inizialmente solo una parte, il 20%, il 20% di 125 fa più o meno 15, sono 2,8 quasi 3 miliardi annui per 5 anni. Ma da dove provengono questi 125 miliardi, e inizialmente questi 15 perché sia chiaro, in un paese pesantemente colpito dalla disoccupazione, dalla carenza endemica di risorse liquide nella tesoreria, in un deserto del genere, ove si trovano i soldi? Semplice, ci si indebita ancora sul mercato, sta proprio scritto nel Disegno di Legge N. 3240 Comunicato alla Presidenza il 3 aprile 2012, quindi questi soldi se si prendono sul mercato si prendono a debito, ma se si prendono a debito, si corrispondono degli interessi. Quindi cominciamo il nostro processo di salvataggio indebitandoci ulteriormente e pagando interessi elevati, ma uno dice: va beh, conferiamo pure questi 15 miliardi, e poi quando abbiamo bisogno, magari ci tornano indietro, come tornano indietro questi soldi? Nell’ipotesi in cui un paese membro abbia necessità di esser salvato, e dunque ponga esplicita richiesta, dopo un’attenta valutazione, che implica il coinvolgimento della Commissione europea, della BCE e del FMI (laTroika), e dopo l’approvazione di un piano, detto memorandum di intesa, quello della Grecia per intenderci, si decide se il denaro possa venir prestato. Si paga un’assicurazione affinché la polizza, nel caso in cui avvenga un sinistro, copra la necessità di un maggiore esborso.
Visto che in Parlamento è in auge la metafora della buona famiglia, chi l’ha mai condotta, sa benissimo che per far fronte a debiti pregressi, non funziona il discorso di indebitarsi ulteriormente, perché così facendo, oltre ad estinguere quelli vecchi, occorre pagare i nuovi. Semmai si procede con un piano di dilazione, in cui concordata una tempistica, ci si adopera per lavorare, e cercar di reperire i soldi. E’ l’unica maniera di uscire da una crisi sana, altrimenti si scivola nel mondo dello strozzinaggio, ove vige gentaglia che ti gambizza. Ecco in questa direzione ci stiamo avviando con l’Unione Europea, verso un piano di usura progressivo, che indebita pesantemente gli stati, e ciò in cosa si traduce? L’estorsione come si esplica in questa metafora applicata agli stati? Se sei un privato cittadino ti spezzo le gambe, se sei uno Stato ti costringo a cedere parti della tua sovranità. Questa è la filosofia di chi, come l’ex Presidente del Consiglio Mario Monti, ha sempre sostenuto che la cessione di parte della sovranità fosse non soltanto ammissibile, ma che i popoli sono pronti a affrontare cessioni di parti della sovranità per conferirle in un’unica entità centrale, soltanto quando c’è una crisi, una crisi conclamata in atto. Ovvero, la nostra Costituzione è fondata sulla cessione di parti di sovranità, noi si pensava invece, fosse fondata sul lavoro come dice l’Art. 1.
Attenzione, c’è un articolo della Costituzione in cui si dice che l’Italia può cedere parti di sovranità purché esse siano cedute in maniera paritetica con gli altri stati che partecipano alla cessione, quindi non siamo soltanto noi a cedere parti di sovranità, ma devono concorrere anche gli altri nella stessa misura, poi vedremo se questo sta accadendo oppure no.