Proposta a Brunetta per creare centri a cui segnalare chi è inefficiente


Si tratta della proposta di individuare attraverso i cittadini  i disservizi e i soprusi che bloccano il  buon andamento della cosa pubblica

di Alberto Zei

Disservizi e soprusi

Giungono alla redazione in modo sempre più frequente a commento degli articoli e degli approfondimenti di “l’ Economico”  nei vari settori della Pubblica Amministrazione, le doglianze dei lettori che esprimono  i loro commenti sulle disfunzioni che nel nostro Paese hanno ormai caratterizzato impedimenti di ogni genere nel  vasto ambito delle relazioni sociali.

Ai soprusi e alle vessazioni di molti cittadini da parte dei prepotenti di turno pubblici o privati che si ritengono impunibili per ragioni di vario genere di copertura, ci sono le Istituzioni della Pubblica Amministrazione o dello Stato in cui il personale preposto alle attività di settore interpreta le relazioni con il pubblico secondo i propri intendimenti.

Questo non significa che non vi siano nella maggior parte dei casi,  esempi di funzionalità almeno sufficienti in tutte le regioni italiane, a cui fortunatamente i cittadini possono rivolgersi con più o meno difficoltà  ma in modo da ottenere risposta alle varie richieste.

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L’ingranaggio del meccanismo

Se questa è la regola che,  come detto almeno per la maggior parte dei casi, soddisfa le necessità dei cittadini, le eccezioni hanno una tale percentuale di incidenza che come tali,  potrebbero essere considerate una regola minore. Qualcuno potrebbe pensare: “Sfortunato è a chi  capita!” proprio di quelle stesse  Istituzioni che dovrebbero essere al servizio di tutti noi. Queste anomalie  negli ingranaggi essenziali  della P.A.  creano per colpa di alcuni, un effetto domino del disservizio generalizzato. Sono proprio questi ingranaggi-chiamiamoli così-che quando funzionano male,  condizionano  l’intero sistema a questo  medesimo risultato.

Quando  si tratta del  fattore umano, si generano quasi immancabilmente dei conflitti  determinati dal confronto tra chi lavora e chi bada ad altro. Ad esempio  quando  alcuni  personaggi della Pubblica  Amministrazione usano lo scaricabarile del proprio lavoro su altri colleghi, creano in quest’ultimi una sicura reazione che per la maggior parte dei casi non si trasforma in  attività compensativa, ma in altrettanta indolenza con la quale manifestano la loro risposta.

L’ effetto moltiplicativo dei disservizi

Quando inizialmente si intraprende un’opera investendo denaro per la realizzazione di un risultato e poi si interrompe, il danno sociale non è solo il denaro sprecato ma quello causato dal disinvestimento che si riflette su  tutte le attività accessorie. Si potrebbe dimostrare matematicamente che la regressione economica soprattutto nel bacino di utenza diviene un multiplo del capitale inutilmente impiegato.” Di quanto?”-  qualcuno potrebbe chiedersi. Mediamente di quattro volte, perché dipende da caso a caso; ma, anche sensibilmente di più.

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Qualche esempio

Le disfunzioni sugli abusi urbanistici o industriali da una parte o sul ritardo delle corrette autorizzazioni dall’altra ed gravi disservizi di carattere sanitario precedenti alla pandemia che ha a sua volta aggravato. È vero che in questo periodo il servizio sanitario è impegnato a dismisura nella confusionaria organizzazione dei tanti Enti sanitari che intervengono come possono per arginare questa infezione; i disservizi però, a cui ci riferiamo sono principalmente  quelli precedenti al coronavirus.

Si tratta di disfunzioni soprattutto della P.A. che invece di facilitare i cittadini con l’organizzazione del  personale addetto alla gestione  dei loro problemi, non solo non provvede ma talvolta addirittura li aggrava. Ciò avviene, specie quando gli addetti ai lavori considerano l’attività da svolgere nell’ ambito del proprio  compartimento stagno e quindi, non finalizzato alla risoluzione dei problemi della gente. Si tratta di problemi di vario genere. Alcuni riguardano i pesanti  disservizi della circolazione; autostrade che iniziano dal niente  si interrompono  nel nulla; così come le grandi opere di ponti, edifici, ospedali  interrotti in corso d opera, con spreco di denaro da capogiro  da parte dei boiardi di stato di turno ed altro ancora.

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Nelle altre attività a cui l’Amministrazione  è preposta, imperversano in tutto il territorio nazionale gravi irregolarità  a cui soltanto i singoli interessati fino adesso, sono costretti ad agire per proprio conto rivolgendosi alla Magistratura, sperando di sopravvivere ai tempi biblici della Giustizia in Italia.

La proposta di “L’Economico”

Tutto questo fa avvertire la necessità di istituire nel nostro Paese a livello provinciale, regionale e nazionale, un adeguato numero di Centri posti  a raccogliere le segnalazioni dei cittadini sui temi che verranno introdotti.  In questo modo si potranno  raccogliere e trasferire in maniera  ufficiale i disservizi riscontrati agli enti competenti mettendoli in mora sulle iniziative da intraprendere. Il menzionato controllo centrale dello Stato sui suddetti enti potrà conferire all’intero paese un impulso migliorativo di notevole spessore funzionale, economico e sociale.

Allo stato delle cose istituire in ambito locale e centrale, uffici  pubblici periferici  e un Servizio ausiliario per ogni Ministero  è una esigenza da tempo avvertita dai cittadini che  oggi ,più che mai, il Governo dovrebbe far propria.

“L’economico” fa quindi appello soprattutto ai propri lettori  di voler condividere questa iniziativa che oltre a creare posti di lavoro in tutt’Italia,  indirizzerebbe la P.A.  verso un miglior rendimento dei servizi dovuti, oltre che una crescita significativa del PIL.

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