Mattarella gela le urne. Renzi burattinaio. Governo fotocopia. Boschi verso conferma

Dopo tre giorni di consultazioni, Sergio Mattarella rinvia le urne a dopo la sentenza della Consulta: si voterà presto, ma non immediatamente. “Questo Paese ha bisogno in tempi brevi di un governo nel pieno delle sue funzioni”, ha detto il Capo dello Stato, “Ci sono adempimenti e scadenze di carattere interno e internazionale che vanno rispettate. Ma è emersa come prioritaria un’esigenza generale di armonizzazione delle due leggi per le elezioni delle due Camere come condizione indispensabile per andare al voto”. Il discorso di Sergio Mattarella a conclusione delle consultazioni. “Mi auguro che il clima politico possa articolarsi e svolgersi in modo dialettico, come è naturale e costruttivo”, ha continuato Mattarella, richiamando tutte le forze politiche alla responsabilità, “Tra i punti in primo piano c’è il sostegno alle popolazione terremotate e la ricostruzioni dei loro territori”. Nel frattempo, mentre era in corso l’ultimo giro di consultazioni al Quirinale, a Palazzo Chigi invece sono arrivati sia il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan sia quello dei Beni culturali, Dario Franceschini. Entrambi a colloquio con Matteo Renzi. Già ieri Paolo Gentiloni si era recato a Palazzo Chigi per ben due volte. Queste consultazioni “parallele” rappresentano una sorta di invasione di campo ai danni del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Anche se non è escluso che stiano avvenendo con il suo tacito consenso. Al netto di ciò, Forza Italia invece non ha preso bene questa strategia. “Matteo Renzi asserragliato a Palazzo Chigi continua sue consultazioni parallele. Scorrettezza istituzionale e costituzionale. Vada a casa!”, ha tuonato su Twitter Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati.

Incarico a Gentiloni, e già circolano i nomi di quelli che potrebbero essere i nuovi ministri. Quello che si formerà sembra essere un governo fotocopia. Tra i ministri che verranno fatti fuori c’è Stefania Giannini (che paga il prezzo della brutta buona scuola), mentre a forte rischio ci sono Giuliano Poletti e Beatrice Lorenzin. In bilico Maria Elena Boschi, che verrebbe allontanata in quanto titolare e grande sconfitta delle riforme. Qualche dubbio anche sulla permanenza di Marianna Madia alla Pubblica amministrazione. Luca Lotti, uomo di Renzi, potrebbe restare sottosegretario alla Presidenza.

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