Lo Stato gioca d’azzardo con i soldi degli italiani. Già persi 23,5 mld. Monti croupier

Segreto di Stato. Bomba derivati sui conti pubblici italiani: se n’è parlato diverse volte di recente, cercando di comprendere l’impatto che tali contratti anno avuto, e stanno avendo tuttora sulle casse dello Stato, alle prese con la voragine del debito pubblico. Quel buco nero che per Bruxelles è un rospo difficile da ingoiare, e che sta costando proprio per questo all’Italia una fase praticamente interminabile di austerity, di paura dell’arrivo della Troika e, puntualmente, di manovre, e leggi di bilancio che presentano sempre lo stesso rischio: quello, che cade tutto sulle spalle degli italiani, di prendersi un nuovo ennesimo schiaffo in faccia sotto forma di tasse. Tra il 2011-2015 il “trastullo” ha recato perdite per 23,5 miliardi di euro. Alcuni parlamentari del M5S si sono visti respingere dalla Commissione preposta, la richiesta di poter frugare nei documenti della Pubblica Amministrazione. Ora, finalmente, la Corte dei Conti ha avviato un’indagine sui derivati sottoscritti dal Tesoro e Morgan Stanley, un danno già costato 3,1 miliardi. Nel mirino Mario Monti ed altri due ex ministri. Intanto, il ministro Padoan mette le mani avanti, sostiene che i derivati sono una eredità del passato e non ne verranno più stipulati di nuovi. Tra i derivati più rischiosi ci sono quelli sui cambi, gli Interest rate swap, ed i Swaption. In sostanza, questi strumenti finanziari rappresentano una sorta di scommessa temporale, in cui alla fine chi perde paga. Ma come è stato possibile che il Tesoro abbia potuto usare i derivati, dal momento che è arcinoto, come già accaduto per le banche Usa, che sono altamente tossici? A dir il vero, l’Italia non è la sola ad utilizzare tali strumenti finanziari ad alta pericolosità, anche se altri Paesi europei hanno perso meno di noi, anzi alcuni hanno addirittura guadagnato. Ad esempio, Spagna e Belgio non li hanno mai usati. Certo è che tutto il sistema derivati usati dall’Italia non è affatto trasparente, anzi, tutt’altro. E le perdite potrebbero crescere nel tempo, poichè vi sono ancora in piedi tantissimi contratti, di cui non si conosce l’ammontare, e di cui l’ultimo scadrà addirittura nel 2062.  E se oggi Padoan sostiene che non ci saranno più tali stipule, afferma il falso, dal momento che sembra essere solo l’inizio, la punta dell’iceberg. Non sarebbe il caso che la Magistratura intervenisse, anche a costo di provare a rompere il segreto di Stato?

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