L’imminente catastrofe bancaria sta per rovinare altri milioni di correntisti ignari. Cosa fare
L’imminente catastrofe bancaria è figlia del grande imbroglio Renziano, il quale, accogliendo in grembo la drastica normativa UE sul bail-in, ha spalancato le porte al fallimento di 4 banche (Banca Etruria, Banca Marche, Cariferrara e Carichieti), senza contare cosa accadrà a Mps ed alle due consorelle venete; Veneto Banca e Popolare di Vicenza, tutte in odore di bail-in. E ci si interroga: chi sarà la prossima? Con la crisi industriale che ha toccato il suo acme alcuni anni orsono, ai primi veri sintomi di malessere del sistema bancario, mentre i governi dei Paesi Ue ricapitalizzavano, (la sola Germania spese oltre 260 mld di euro), in l’Italia, invece, non venne presa alcuna misura cautelare. Renzi, infatti affermò deciso, spalleggiato da Padoan e Bankitalia, che il sistema bancario italiano era solido, e non destava alcuna preoccupazione. Poi, l’ex Premier accortosi che invece esisteva una seria criticità, recepì velocemente la norma europea, l’ormai tristemente famoso bail-in per evitare allo Stato di pagare, e scaricare tutto il peso degli eventuali default sui correntisti, obbligazionisti ed azionisti. Inoltre, c’è da rilevare che alcune banche fallite, oltre a quelle che mostrano pesanti crepe nei bilanci, hanno prestato tanti soldoni agli amici degli amici, senza uno straccio di garanzia, ben sapendo che non avrebbero mai più rivisto un euro. Anche la seconda banca italiana, Unicredit, nel giro di pochi anni è stata costretta a 4 aumenti di capitale, compreso l’ultimo da 13 miliardi, e che se non fosse andato a buon fine avrebbe portato dritto dritto al bail-in. Certo è che tutte queste ricapitalizzazioni danno l’idea del cane che si morda la coda. Staremo a vedere, e già, perché la perdita del 2016 è stata abissale, 11,800 miliardi. Se ne deduce che il recente aumento di capitale appaia più come una toppa ad una diga, che una ristrutturazione duratura. Per cui non ci sarebbe da stupirsi se tra poco si effettuasse una ulteriore ricapitalizzazione. Anche perché la banca ha enormi sofferenze di non facile gestione. Infine, Renzi, visto lo tsunami abbattutosi sul sistema bancario, s’affrettò ad istituire il Fondo Atlante, per cercare di lanciare un salvagente agli istituti. Solo che i soldi a disposizione sono insufficienti, di fronte alla cura da cavallo necessaria per tirare fuori dalle secche le banche. Nel frattempo, però,alla chetichella, le banche addebitano i costi dell’operazione alla ignara clientela, con l’aumento del costo dei c/c, ed altri balzelli. Dulcis in fundo, evidenziamo i paletti imposti da Bruxelles, fino al punto che un correntista non può prelevare cifre sopra i 5.000 euro, senza specificarne le motivazioni, e non è nemmeno più consentito mettere i propri denari sotto il materasso. Ma se i risparmi di una vita spariscono con il bail-in, allora tutto regolare. Ora consigli ai naviganti: chi ha depositi presso banche in crisi, si affretti a cercare un altro istituto, ed aprire un nuovo c/c (ci vogliono pochi minuti) ed a far richiamare i depositi dall’istituto ove giacciono. Quali le banche dove spostare i propri risparmi? Al momento indichiamo Bnl, Banca Sella, Banca del Fucino, Cariparma, che controllano meglio il territorio. e sanno a chi erogare prestiti. Dopo la grande depressione del 2008 scatenata dai tossici subprime, ora anche negli Usa, sono le piccole banche ad essere le più sicure, e con una redditività maggiore.