Supposta Equitalia di Renzi agli italiani, altro che chiusura. Ma ora interviene il Tar

Equitalia – Renzi sempre più “Pinocchio”. Lasciamo da parte la legge elettorale, con cui ha fatto ancora una volta una figura che passerà negli annali di storia, ed occupiamoci invece di quando nel 2016 disse che avrebbe chiuso Equitalia. E tutti dissero, meno male, ne ha azzeccata una.

Ma  ancora una vota l’ennesima bugia. Altro che chiusura, si tratta, invece, della transumanza nell’Agenzia delle Entrate, che ha poteri superiori rispetto alla stessa Equitalia, per cui può andare direttamente a prendere i soldi dovuti sui c/c bancari e postali oltre che su sdipendi e pensioni. Altro che chiusura. Qualcuno ha soprannominato Renzi “l’ebetino”, mentre invece gli ebitini sono coloro che  ancora  potrebbero dargli il voto, il giorno che finalmente si potrà tornare alle urne. Dunque, la verità, è che se Equitalia confluirà nell’Agenzia delle entrate, non ci saranno appelli. O si paga secondo i dettami imposti, od i prelievi per multe inevase, mancato pagamento del bollo auto, evasione sulla spazzatura, e quant’altro, diverranno realtà. Conti correnti espropriati . Il che significa che tutti i piccoli pesci, cioè soprattutto le persone non in grado di permettersi di difendersi, dovranno pagare, mentre come al solito, i grandi evasori se la caveranno a buon mercato. E la storia degli ultimi dieci anni lo dimostra. Infatti, su oltre 1.050 miliardi di euro da recuperare , Equitalia si è appropriata di solo 50 mld, cioè del 5%, e naturalmente dai piccoli o piccolissimi cittadini indifesi. E non a caso la rottamazione delle cartelle Equitalia, è iniziata prima di conoscere il meccanismo perverso innestato , direzione Agenzia delle Entrate. Fatto è che non si conosce, tra l’altro, neanche se quanto  rimasto nel ventre mollo di Equitalia possa passare in quello dell’Agenzia delle entrate.

Supposta Equitalia di Renzi agli italiani, altro che chiusura.  Ma ora interviene il Tar
Supposta Equitalia di Renzi agli italiani, altro che chiusura. Ma ora interviene il Tar

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Perchè è probabile che il pregresso non possa essere esigibile  direttamente con prelievi sui c/c, dal momento che la normativa non è retroattiva. Infatti, di qui la corsa alla rottamazione. E non a caso. Ma , per fortuna, c’è sempre un ma. Infatti, la federazione dei dirigenti pubblici  e Applet si sono  rivolte al Tar per bloccare la fusione con l’Agenzia delle entrate , perché i circa 8.000 dipendenti della ex riscossione si ritroverebbero con un contratto non previsto dall’art. 97 della  Costituzione, cioè il passaggio da privato a pubblico senza concorso. Ora c’è da augurarsi che il tribunale amministrativo prenda posizione , e le premesse per una bocciatura ci sono tutte. Il che significherebbe che Equitalia rimarrà al suo posto, oppure che si dovrà effettuare un concorsone per gli oltre 8.000 dipendenti. E nel qual caso tutto rimandato al dopo Renzi, dove forse , qualcuno più intelligente abrogherà la normativa voluta dal Pinocchio di turno. Nel frattempo, però, mentre l’ex governo ha provato a forzare la mano pur di incassare soldi, la Pubblica amministrazione, nel 2016 , secondo i dati della Cgia di Mestre deve ancora tra i 32-46 miliardi ai suoi fornitori. Due pesi e due misure? Altro che. E comunque, se il governo avesse bisogno di denaro fresco, come ne ha, riaprisse le case di tolleranza, che in Germania rendono allo Stato oltre 6 miliardi all’anno, ma da noi, focosi, gli introiti potrebbero essere di gran lunga più elevati. E per varare una legge che faccia riaprire i casini ci vuole molto tempo? Certamente che no.

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