Il Comune di Anzio non da riscontro alla richiesta di accesso agli atti di Uniti Per l’Ambiente

Cosa c’è dietro il caos di rifiuti?

di Sergio Franchi

Si chiama, col solito inopportuno inglesismo, FOIA (Freedom Of Information Act) la nuova normativa che tutela il diritto della gente di accedere agli atti amministrativi detenuti dalle Amministrazioni dello Stato ai vari livelli. Entrata in vigore con DL n 97 del 2016 rende più agevole e controllabile il diritto dei cittadini di conoscere gli atti che li riguardano senza che essi debbano giustificare le ragioni della richiesta e purché la stessa non leda il diritto di terzi. La nuova procedura facilita anche l’esecutività del diritto, innanzi tutto perché fissa il termine di 30 giorni per il riscontro e poi perché offre alternative praticabili, evitando il costo del ricorso al TAR, in caso di inadempienza. Tutto chiaro e tutto facile se non ci si trovasse nel Comune di Anzio dove l’arroganza prevale anche rispetto all’applicazione di una norma chiara e perentoria. Il problema dei rifiuti si assopisce, come ogni anno, con la partenza dei villeggianti. Si assopisce solo perché diminuisce il numero delle persone presenti e quindi indignate e si riduce la quantità dei rifiuti abbandonati ai bordi delle strade comunali, ma resta in tutta la sua gravità. Durante i mesi caldi i Comitati e le Associazioni, che aderiscono ad Uniti Per l’Ambiente, hanno promosso raccolte firme e punti di informazione per incontrare i cittadini di Anzio e per recepirne il messaggio.

Il bilancio è decisamente a senso unico: nessuna giustificazione, nessuna attenuante, i responsabili devono andarsene e devono pagare per il danno che hanno arrecato per anni. Non era e non è un giudizio politico perché ad esprimersi in questo modo sono tutti, ma proprio tutti, i tantissimi cittadini incontrati. Dopo gli anni trascorsi che hanno decretato, senza possibilità di appello, il fallimento della gestione dei rifiuti da parte del Comune di Anzio; dopo anni in cui il danaro pubblico viene gestito in modo a dir poco inefficace, la gente di Anzio ha gridato a gran voce che il tempo delle chiacchiere deve lasciare lo spazio a quello dei fatti. La gente ha deciso che è tempo di chiarire che cosa c’è dietro alle dichiarazioni minimizzanti dell’Assessore e dei Consiglieri di maggioranza fatte alla stampa ed in Consiglio Comunale.

La gente vuole sapere come stanno le cose e se, nel gestire il servizio, siano stati compiuti atti che identifichino un danno per l’erario. Il Coordinamento Uniti Per l’Ambiente si è fatto carico di approfondire questo aspetto essenziale ed ha chiesto al Comune di Anzio di conoscere dati tecnici ed elementi statistici che riguardano la gestione del servizio negli anni in cui esso è stato prestato in regime di raccolta differenziata.

Il Comitato per Lavinio, a nome e per conto del Coordinamento Uniti Per l’Ambiente, ha inoltrato formale richiesta di accesso agli atti in data 24 agosto 2017. Allo scadere del periodo fissato di 30 giorni veniva inviato un sollecito diretto al Segretario Generale del Comune di Anzio che è anche il responsabile della trasparenza. In data 2 ottobre l’Ufficio Ambiente comunicava che, in considerazione della concomitanza di problematiche prioritarie (vedi virus Chikungunya), la consegna della documentazione sarebbe avvenuta “nel più breve tempo possibile”. Poi più niente, nonostante un ulteriore sollecito inviato in via formale in data 27 ottobre. Il Comune di Anzio preferisce che i cittadini bevano le chiacchiere dei responsabili del servizio ed i loro attacchi agli “incivili” che sporcano le strade.

Il Comune di Anzio preferisce che i cittadini credano che ad Anzio vivano trogloditi che defecano dove abitano mentre tutti i cittadini educati e civili siano andati ad abitare in altri comuni del Litorale in cui le strade sono pulite ed il servizio funziona. Quando si vuole entrare nel merito e vedere le carte allora il Comune si chiude a riccio e non le vuol far vedere; perché in quelle carte si possono misurare gli sbagli e gli eventuali sprechi e questo non conviene a chi di quegli sbagli è responsabile e quegli sprechi ha eventualmente commesso. Se questo atteggiamento deriva da un calcolo si tratta è un calcolo sbagliato e può solo contribuire ad acuire il dissenso.

Nei prossimi giorni verrà inoltrata formale richiesta al Responsabile Anticorruzione dell’Ufficio del Prefetto di Roma, per la parte esecutiva del provvedimento a cui lo stesso dovrà dare riscontro entro il termine di 20 giorni, mentre viene attentamente valutata la possibilità di procedere ad esporre i fatti alla Procura Penale di Velletri prospettando l’ipotesi di omissione in atti d’ufficio. La gente deve sapere come viene amministrata e la trasparenza non è una elargizione del Dirigente di turno ma un sacrosanto concetto di civiltà giuridica; un diritto la cui negazione serve solo ad alimentare quell’alone di dubbio e di sospetto che da qualche anno circonda la vita amministrativa del Comune di Anzio.

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