Sigarette: l’ultima “tassa” di Gentiloni. Più 20 cent a pacchetto
Sigarette: l’ultimo balzello di Gentiloni. Più 20 cent a pacchetto. Pochi sanno, forse, che il Monopolio di Stato , quello che deteneva diversi marchi di sigarette e sigari italiani, nulla ha più nel suo ventre molle, perché ceduti a società estere, e ad una italiana , ma anche questa, però, controllata da una multinazionale estera.
Al Monopolio è rimasto solo l’onere sulle pesanti accise da pagare ( cioè tasse).
E così, da pochi giorni, i pacchetti di sigarette sono aumentati di 20 centesimi ( per ora solo i marchi della British American Tabacco).
E tutto ciò alla faccia delle riduzioni fiscali tanto sbandierate da Renzi.
Dunque, non solo le tasse non sono affatto diminuite, ma anzi le accise sono in aumento, e non solo sulle sigarette e derivati, ma anche sui prodotti petroliferi.
Il governo Renzi, e poi quello Gentiloni hanno solo detto sonore bugie.
Ecco, quindi, perché, poi, i risultati elettorali hanno punito il Pd e compagni, e non a torto.
Tutti attenti alle poltrone di comodo, e non solo per le loro ma anche per quelle degli amici degli amici.
Tagli agli stipendi dei parlamentari, neanche a parlarne, eccettuati i grillini, che si sono tolti parte dello stipendio per devolverlo ad un fondo per aiutare le Pmi.
Ecco perché, alla fine,il Pd è stato scaricato dagli italiani. Addio al Pd e vecchi tromboni dediti alle poltrone ed agli incassi del dolce far nulla , con tanto di auto blu ed autisti, magari, anche, per uso famigliare.
Una volta si diceva: “ vade retro Satana”. Ora il miracolo si è avverato.
Renzi relegato all’angolo, ma che sicuramente cercherà in qualche modo di tessere una tela del ragno, per cercare di sopravvivere.
Come ad esempio, l’ipotesi, non tanto remota, che vorrebbe cercare di flirtare con il Cavaliere. In che modo? O entrando nel governo, con Salvini Presidente del Consiglio, o nella peggiore delle ipotesi, con un appoggio esterno, su temi da concordare, naturalmente , in primis, anche una nuova legge elettorale.
Meditate gente, meditate, diceva Renzo Arbore, in tempi lontani, ma pur sempre vicini, quelli di oggi.