Riforma pensioni: ecco cosa bolle in pentola
Una volta ottenuta non si potrà più lavorare. Abolizione della reversibilità con cumulo, ma si dovrà scegliere solo quella più elevata
di Roberto Casalena
Cosa bolle in pentola sul fronte della riforma pensionistica?
Si starebbe pensando al divieto di non poter lavorare una volta accettata. E si starebbe anche studiando di abolire la reversibilità, cioè non più il cumulo tra la pensione del marito e della moglie. Naturalmente scegliendo la pensione più alta ci sarebbe anche una decurtazione del 20% del valore. Inoltre, con i lavori usuranti il tetto per andare in pensione dovrebbe scendere. E tutto ciò dovrebbe liberare posti di lavoro per i giovani.
Dunque, se l’ipotesi di lavoro dovesse andare in porto, non ci saranno più medici, avvocati, igegnieri, architetti, insegnanti che potranno continuare le loro attività, avendo accettato il pensionamento. Ma se si volesse lavorare gratuitamente, ciò sarebbe permesso. L’unica esclusione potrebbe riguardare solo coloro che dovessero essere eletti in Parlamento.
Inoltre, si starebbe studiando il divieto totale, per chi ancora non è in pensione, e lavora nel Pubblico, di poter avere altri incarichi nel Privato. E così, si aprirebbero nuovi spazi per il lavoro giovanile.
Per quanto riguarda, invece, la reversibilità della pensione, questa rimarrebbe senza il cumulo, e cioè si dovrebbe scegliere quella più elevata, e con una decirtazione del 20%.
D’altronde la reversibilità fu introdotta, quando la donna non lavorava , ed era dedita alla famiglia. Inoltre, si starebbe studiando anche la possibilità, in caso di morte prematura di un coniuge, di elargire una pensione ridotta all’altro che si trovasse senza lavoro.
Infine, si dovrebbe procedere , per chi ricopre cariche politiche nei Comuni , Regioni e Province, a cumulare gli anni lavorati, alla pensione di base, e non più, con la separazione della durata dell’incarico.