

Generalmente, non credo troppo negli scenari mediatici che descrivono fratture e strappi dentro il governo per quello che riguarda l’esecuzione dei piani di Davos. Abbiamo visto in passato come si sia trattato di meri giochini per accontentare gli oramai sempre più esigui elettori della morente e marcia classe politica della seconda Repubblica nata dal golpe giudiziario di Mani Pulite nel lontano 1992. Questa volta però si ha la netta impressione che le fratture e gli scontri siano reali e non soltanto immaginari come è accaduto in passato. A rendersi conto che ormai li regime di Draghi si sta spingendo ad un passo dal baratro è proprio uno degli interlocutori privilegiati dell’uomo del Britannia, ovvero Giancarlo Giorgetti.
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