Se Draghi non va al Quirinale cade il Governo
Ben riuscita la strategia di Berlusconi, salvatore della patria
di Roberto Casalena
Quando un mese fa Berlusconi annunciò che si sarebbe presentato come candidato per il Quirinale, trovò subito sbarramento da parte di Pd ed M5s che decretarono che fosse un candidato impresentabile, cosa che per altro la Costituzione non prevede.
Ma nel frattempo, la sinistra non è riuscita neanche ad indicare un suo eventuale candidato.
Berlusconi ha preso tempo prima di sciogliere la riserva che è avvenuta, non a caso, quarantotto ore prima dell’inizio delle votazioni.
Il Cavaliere, infatti, ha annunciato la rinuncia alla sua candidatura, per il bene del Paese.
Nella realtà il piano del Cavaliere ha funzionato, perchè ha messo con le spalle al muro sia Draghi che le sinistre.
Infatti, nei colloqui in corso dovrebbe uscire un candidato di area centro destra. E non è detto che Draghi, se non eletto, getti la spugna silurando tutta la maggioranza di governo.
E il ragionamento sarebbe il seguente: “Ma come, sono buono per il Governo e non all’altezza di salire al Quirinale?”
Ora cosa succcederà? L’unica cosa certa è che nessuno dei Parlamentari M5s in testa, vuole lasciare le poltrone.
Altro che il bene del Paese!
E così la prima votazione ha visto vincenti le schede bianche, in attesa che dai frenetici incontri tra i vertici dei partiti esca fuori un nome di alto profilo, e comunque di area di centro destra, per consentire a Draghi di rimanere imbullonato a Palazzo Chigi, a meno che non si trovi un’alternativa valida alla sua sostituzione al Consiglio, perchè la sinistra non vuole tornare a votare, eccezion fatta per la Meloni.
Conclusione: Draghi al Colle, e poi?
Questo è il nodo da sciogliere, e nell’incontro tra Salvini e Draghi sembrerebbe che quest’ultimo non abbia accettato dictat ne per elezioni anticipate, ne per un candidato a Palazzo Chigi scelto dalla politica.
Quindi è bene sapere che se Draghi non andasse al Quirinale, i giochi per un nuovo Governo rimarrebbero senza certezze, ed eventualmente ci sarebbero anche elezioni anticipate.
Ecco perchè il nodo da sciogliere, non semplice, rimane chi potrebbe sostituire alla presidenza del Consiglio.
E se non si trova un accordo in tal senso, Draghi non andrà al Quirinale, ed il giorno dopo le elezioni, si dimetterebbe.
Ed allora, il nuovo Presidente della Repubblica dovrebbe indire nuove elezioni.
La partita a scacchi è appena iniziata.