Invenzioni e brevetti non premiano l’Italia

01Invenzioni e brevetti non premiano l’Italia. In un «mondo globalizzato» la titolarità di un brevetto mette in pole position chi ne può usufruire. Nell’Italia, paese dell’ingegno e di inventori,i brevetti depositati in questi ultimi anni non hanno superato la media dei 4.000 l’anno, contro i 53.000 della Germania. Quasi tutti i paesi industrializzati superano l’Italia nel numero di brevetti annualmente depositati. La titolarità di un brevetto, permettendo al titolare di agire in regime di monopolio per una durata di 20 anni, conferisce un vantaggio economico che si estende anche al paese dove opera il titolare. L’Italia non ha mai avuto un particolare interesse per il settore delle invenzioni; esistono leggi in materia, sono state firmate convenzioni internazionali,ma in effetti il titolare di un brevetto italiano,almeno fino a qualche tempo fa, non godeva della certezza della validità della propria in­venzione in quanto il brevetto veniva concesso senza particolari ricerche sulla sua novità ed original­ità rispetto allo stato della tecnica vigente. Quindi, solo in caso di sua contestazione ed a se­guito della decisione positiva di un tribunale, l’inventore poteva avere la tranquillità di essere titola­re di un vero e proprio brevetto, e quindi di poterlo continuare a sfruttare senza timori. Ciò spiega perché ci sia stata la fuga verso l’estero per l’approvazione di brevetti, dove si registra meno buro­crazia e certezza del diritto. Solo dal settembre 2010 il Ministero dello Sviluppo Economico, che si occupa anche di brevetti e marchi, ha dato il via ad una campagna conoscitiva e di tutela della pro­prietà in­tellettuale, con grande ritardo anche nei confronti di paesi, per esempio, come l’Egitto che è più avanti di noi, potendo contare su ricerca universitaria e fondi dedicati. In Italia dal 1947 opera l’A.N.D.I. ( Associazione Nazionale degli Inventori) riconosciuta come ente morale,che a sua cura e spese, con il solo sostegno dei propri aderenti, piccoli e medi inventori,con l’indifferenza degli orga­ni di Stato, ha indetto nel tempo varie fiere nazionali per far conoscere la vera attività inventiva.

di Vincenzo Falcucci

(Presidente ANDI)

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