Funerali: nessuna tranquillità anche dopo morti. Lotta per spartirsi le spoglie

FuneraliNon vi è pace nemmeno dopo morti, e già perché tutti tendono a trarre profitto dal defunto. S’inizia dalle pompe funebri (solo a Roma ve ne sono 600) che come avvoltoi  si avventano, subitaneamente sui resti del cadavere all’interno degli ospedali, cliniche, magari senza aver vinto una gara di appalto, ma sfruttando accordi diretti con la dirigenza.

Funerali, una cerimonia può costare dai 3.500 in su

 

A volte anche il medico di turno, dopo aver rilasciato il certificato di morte, “suggerisce” la ditta funeraria con cui è in contatto. E gia! Ma quanto costa un funerale? I prezzi variano da città a città: si parte, di solito da una base di 3.500 euro. a cui aggiungere tutta un’altra lista di spese a cui è necessario far fronte; la corona di famiglia, il necrologio sui giornali, la messa funebre, e la sepoltura. Poi ci sono i controsensi: se si possiede una tomba di famiglia, che può ospitare fino ad 8 salme , e questa fosse piena, l’ultimo arrivato non può essere sepolto, a meno che…

 

Il trucco c’è ma non si vede. Se ci si accorda, il problema si risolve subito. Come? Sborsando una somma aggiuntiva alla società di pompe funebri da elargire ai becchini del cimitero. La normativa prevede che una salma possa essere “ridotta”, ovvero riposta in un ossario (immune al numero dei posti disponibili) solo dopo 30 anni, e sempre che la bara sia scoppiata.

 

 

Sul punto la giurisprudenza ha distinto due tipi di “proprietà” dei sepolcri (e due modi di acquisto del diritto di essere seppellito): il sepolcro ereditario e il sepolcro gentilizio.

Nel sepolcro ereditario il diritto a essere sepolti (che dipende anche dal  titolo sul bene sepolcro) si  trasmette nei modi ordinari per atto inter vivos o mortis causa dall’originario titolare come qualsiasi altro bene, anche a persone non facenti parte della famiglia strettamente intesa.

Invece, nel sepolcro gentilizio o familiare si acquista  iure proprio sin dal momento della nascita, per il solo fatto di trovarsi con il fondatore in determinato rapporto di parentela (di norma in linea retta), in ogni caso l’acquisto è effettuato  iure sanguinis e non iure successionis, e tale diritto non può essere trasmesso per atto tra vivi ne’ per successione mortis causa, ne’ si può perdere per prescrizione o rinuncia.

Il sepolcro gentilizio si trasforma da familiare in ereditario solo con la morte dell’ultimo superstite della cerchia dei familiari designati dal fondatore, dopo la morte dell’ultimo familiare del costruttore del sepolcro, il diritto alla sepoltura è soggetto per gli ulteriori trasferimenti alle ordinarie regole della successione mortis causa.

 

Dunque,  può accadere che durante il sopralluogo pilotato i becchini dichiarino esplose alcune bare, e provvedono alla riduzione dei corpi in maniera illegale. così, quando giunge il nuovo “inquilino” d’incanto il luogo di sepoltura è disponibile. La storia finisce qui? Nemmeno per sogno. Nel caso esposto, superata la soglia delle 8 salme già introdotte nella tomba, per ogni nuovo entrato vi sarà una tassa supplemento. Circa 600 euro per una bara, e 250 per una cremazione. Conclusione: sarebbe d’uopo avviare una seria riforma delle regole cimiteriali. Ma in Italia già non si provvede ai vivi, figuriamoci ai morti.

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