Discarica radioattiva sotto l’Ospedale Pertini. Morti sospette

1460371978-ospedale-sandro-pertini-scambio-embrioniDiscarica radioattiva sotto l’Ospedale Sandro Pertini a Roma. Autorevole fonte sanitaria ci ha “confidato, a seguito del rilevamento di molti decessi per cancro, che all’atto dell’edificazione del nosocomio, abusivamente interrati, vi erano fusti contenenti scorie di uranio impoverito. Questa, dunque, sarebbe la sconvolgente e triste realtà. Un territorio che sarebbe da considerare “non più bonificabile e permanentemente interdetto e che invece negli anni è cresciuto a dismisura. Difatti, tutto il quartiere di Pietralata, ancor oggi, è disseminato di discariche a cielo aperto, tant’è che a poche centinaia di metri dall’ospedale, vi sono accumuli di rifiuti tossici di ogni genere, i quali dati alle fiamme, come sovente accade, finiscono per rendere l’aria tossica, con pesanti conseguenze per la salute pubblica, il tutto nel silenzio più assordante delle istituzioni. La prima proposta della costruzione di Pietralata risale all’inizio del secolo (legge n° 286 del 1908) quando la realizzazione di un tale presidio di media dimensione fu considerata come contestuale al trasferimento dei reparti ospedalieri del Policlinico Umberto I° all’Università di Roma. L’Ospedale trae origine dalla legge n° 1149 del 1964 che, nel restituire all’Amministrazione Universitaria le aree ed i padiglioni del Policlinico Umberto I°, prevedeva la costruzione di questo nuovo complesso di ricovero e cura nel quale accogliere gli esistenti reparti ospedalieri da trasferire. L’esecuzione dei lavori, in ordine temporale, fu deliberata dal Consiglio Regionale del Lazio, con la legge n° 26 del 21 marzo 1985.  La legge regionale n°1 del 9 gennaio 1988 ha elevato la capacità recettiva delle degenze da 360 a 384 posti letto, per degenti solventi in camere singole: la prima forma di assistenza mista tra pubblico e privato nell’ambito del Servizio Sanitario Nazionale.

In data 4 luglio 1990 la Giunta Regionale, con delibera n° 5424, approvava i collaudi delle complesse apparecchiature dell’Ospedale, che è stato consegnato dalla Regione Lazio, tramite il Comune di Roma, alla USL RM/3 l’ 8 agosto 1990 . L’area su cui si è realizzato l’Ospedale di Pietralata ha una superficie di 16 ettari circa. Essa si trova in un settore della città fortemente urbanizzato ed abitato ed è prossima al sistema di grande viabilità, costituito dalla tangenziale, dall’autostrada Roma-L’Aquila e dalla strada urbana di scorrimento di via dei Monti Tiburtini e via dei Fiorentini.  Il bacino di utenza dell’Ospedale è composto non solo dalla popolazione residente nel comprensorio, circa 500.000 persone, ma anche dai non residenti, circa 200.000 persone, e da quello indotto dall’elevata viabilità presente nella zona (Raccordo Anulare, via Tiburtina, via Nomentana, via Salaria, via Prenestina, Tangenziale Est). “L’abbiamo detto tante volte, ma non è mai cambiato nulla”, spiegano gli anziani che la domenica pomeriggio si trovano qui per giocare a carte. Anche Legambiente segnalò più volte il caso: tutto inutile. “C’è proprio un cumulo di Eternit, là dietro. Ma qui a Pietralata l’amianto si trova quasi ovunque, nei tetti come nelle tubature”, rivela con amarezza un signore. Che spiega anche quanto sarà inutile la bonifica in corso nel suo palazzo se gli edifici intorno resteranno come sono. A questo punto, sarebbe il caso che Regione Lazio, Asl  e Comune di Roma si attivassero per le opportune verifiche, ad iniziare dal livello di radioattività presente all’interno dell’Ospedale, e nell’area circostante. Ci fu forse, un legame tra costruttori, malavita organizzata, e istituzioni?

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