La verità sulla politica italiana e su ciò che non viene detto

Politica – A Roma la penta stellata Virginia Raggi sta dando anima e cuore per cercare di disboscare le fogne di una città spolpata dalle vecchie amministrazioni, sinistra e destra pari sono. Squadre di fantomatici politici pronti solo a spolpare anche l’osso di una città umiliata, soggiogata da una politica più avvezza alla corruzione che altro. E se facciamo un passo indietro, per esempio inizio 900, sarebbe da ricordare il quartiere Prati, chiamato così perché vi erano solo prati,costruito dai torinesi, che hanno prima progettato viabilità e fognature e poi eretto palazzi alteri, a misura d’uomo, sicuri anche da eventuali terremoti, per robustezza muraria e fondamenta, e che ancora oggi svettano tranquilli, senza cedimenti di sorta. Strade costruite con lungimiranza, lasciando ampi spazi tra i palazzi, come Viale Giulio Cesare, Viale delle Milizie, via Cola di Rienzo, via Crescenzio, ecc. che ancora reggono al grande caos stradale oltre che parcheggi.

Facciamo un passo in avanti.L’assalto dei palazzinari anni 60, tutti a braccetto con la politica corrotta. Via Cassia, una stradina lasciata com’era, una carreggiata per parte , e tutt’intorno un fiorire di palazzi e stradine collaterali intersecanti, senza uno straccio di progetto di urbanizzazione per l’area. L’Italia dello sviluppo palazzinaro fai da te, dove la mazzetta ha cominciato il suo corso. Palazzi sorti dal nulla, senza alcun controllo da parte del Comune. Era iniziata l’epoca del magna- magna, che poi ha lasciato il passo , nel tempo, al bunga- bunga, di epoca berlusconiana, dove le cose sono ancora peggiorate ( per esempio il condono per 100 anni delle costruzioni fatte sul suolo demaniale sul litorale di Torvaianica). Per non parlare dei carrozzoni pubblici mangia soldi come IRI , Efim, e Cassa del Mezzogiorno, enti prosciuga tori di risorse pubbliche  al di fuori di ogni controllo, al servizio dei politicanti di turno per l’imbucaggio di personale spesso non qualificato, ma solo al fine di poter ottenere voti. Per fortuna, a far chiudere l’Efim, all’epoca, ci ha pensato il sottoscritto,  capo redattore del quotidiano “ Il Globo”, naturalmente con tanto di querela, perché il potere non accetta bastian contrari. Poi il direttore generale ritirò la querela e si dimise, e l’Efim fu finalmente chiuso. Ed ancor oggi le cose non sono cambiate di molto, se non fosse per la magistratura, che nonostante la carenza di mezzi e personale, cerca di aprire le sbarre ai troppi lestofanti di questo paese. Certo, un argine non basta a contenere tutti i malfattori , mafie comprese. E allora, come se ne esce? L’unica cosa di buon senso da fare è che quando si tornerà alle urne, si votino i “puliti”, quelli più trasparenti, almeno nelle intenzioni. Chi?  Lascio a Voi la scelta, che però non è poi così difficile da intuire. Basta alzare gli occhi e guardare le Stelle del firmamento.

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