Il gioco del “forno Pd” per bruciare Di Maio. Ecco come finirà
Il gioco del “forno Pd” per bruciare Di Maio. Ecco come finirà. Dopo i vari esploratori (Presidente della Camera e del Senato) inviati da Mattarella, il gioco delle tre carte ritornerà nelle mani del Presidente della Repubblica.
Il che significa che dato che i numeri per un accordo M5S e Pd non ci sono, anche in un eventuale remota intesa, questo è da considerarsi nullo, semplicemente perché mancano i numeri, soprattutto al Senato.
Ne consegue che Mattarella non potrà dare l’Ok, considerando anche eventuali possibili franchi tiratori dell’area renziana, che tra l’altro sono ancora numerosi.
Ed allora, perché il Quirinale ha inviato anche l’esploratore grillino Fico a discutere con il Pd, ed a far dire a Di Maio che con Salvini la porta è chiusa?
Sembra che proprio nessuno tra M5S e Pd lo abbia capito, eccettuato Renzi, e forse noi.
Dunque, i numeri al Senato bocciano da subito un possibile accordo con il Pd, perché la maggioranza minima richiesta è di 161 senatori, mentre M5S e Pd insieme toccano appunto i 161 senatori, il minimo fisiologico.
Il che significa che basterebbe qualche assente o franco tiratore, e giù il governo.
Tra l’altro, all’interno del Pd si è creata una netta spaccatura tra i renziani e gli altri superstiti, che non è certamente un buon viatico per una eventuale intesa con i pentastellati. Renzi, infatti, è totalmente contrario ad un accordo con il M5S, e dato che parlamentari e senatori che lo sostengono ancora sono molto numerosi, la lettura del possibile abbraccio con i grillini resta solo un’utopia.
Ed allora, quale potrebbe essere lo scenario successivo, oltre tutta la perdita di tempo già consumata?
Che Mattarella, dopo aver bruciato Di Maio nel “forno del Pd”, che sembra, tra l’altro, aver puntato, più alla poltrona che al programma ( tant’è che il M5S è in subbuglio), provi a giocare la carta di un governo di centro destra, con alla guida Salvini, che presentandosi alle Camere potrebbe avere certamente più consensi che non il M5S, raccogliendo i voti di uno schieramento trasversale ai partiti, e soprattutto di coloro che non vogliono rischiare la poltrona.
E se il governo Salvini riuscirà nell’intento, bene, altrimenti si tornerà a votare ad Ottobre.
Nel frattempo, però, non è detto che Renzi non rompa definitivamente con il Pd, e si crei un suo partito, più vicino al centro, portandosi dietro tutti suoi, che sono la maggioranza, lasciando i vari colonnelli che ancora pensano di poter dire la loro, spiaggiati.
Ciò significherebbe, che in caso di nuove elezioni, il nuovo partito renziano potrebbe convergere verso il centro destra, ed il gioco è fatto. Tanti saluti a Di Maio ed alla sua voglia di poltrona.