Fallimento Divania: maxi sequestro di 40 milioni di euro per 14 manager Unicredit, Profumo e Ghizzoni in testa

Chiesto un risarcimento danni di170 milioni di euro per derivati acquistati dalla banca senza autorizzazioni della società. Si attende a breve,si spera,la sentenza del Tribunale di Bari.

di Roberto Casalena

I proverbi non sbagliano mai: “ Il pesce puzza dalla testa”. E’ il caso dello scandalo (tra i tanti accaduti nel  sistema bancario italiano, di recente ), che ha coinvolto Divania, società controllata al 90,5% dal titolare, Francesco Saverio Parisi, e poi fallita a causa di titoli derivati investiti da Unicredit a sua insaputa, senza alcuna autorizzazione.

Dunque, 183 milioni di euro spariti in speculazioni sballate, e che hanno messo sul lastrico l’azienda, 400 dipendenti e creditori.

Ed ora, il Tribunale di Bari, in attesa del verdetto per bancarotta, ha sequestrato, in via cautelativa, 40 milioni di euro a 12 manager della banca,primi fra tutti  gli ex amministratori delegati, Profumo e Ghizzoni.

Intanto, il segretario  generale della Filca-Cisl Puglia,Antonio Delle Noci, ha dichiarato che :” Il provvedimento è l’ulteriore conferma di quanto sosteniamo da tempo: il fallimento dell’azienda Divania è stato provocato da operazioni ed investimenti sbagliati, suggeriti in malafede da funzionari manager dell ‘istituto di credito”.

Ed il sindacalista chiede che occorre dare al più presto una risposta da parte della magistratura, perché si faccia giustizia per i danni economici, per le sofferenze , disagi , e tragedie vissute dai dipendenti dell’azienda, in modo tale che, tra l’altro, Divania possa riprendere la sua attività.

Certo è che se la seconda banca italiana, cioè Unicredit, combina guai di tal genere, cosa ci si può aspettare dalle altre banche più piccole, soprattutto nei confronti delle piccole imprese indifese, oltre che per i correntisti, dove , spesso e volentieri, vengono applicati tassi usurai?

D’altronde, alcuni misfatti bancari provocati, di recente, da banche medio-piccole, dimostrano come l’allegra finanza gestita da vertici senza scrupoli, abbia messo sul lastrico migliaia di correntisti ignari, mentre Bankitalia stava alla finestra, senza effettuare i controlli dovuti.

Ma i grandi quotidiani e Tv pubbliche e private, dov’erano?

Silenzio più totale , fino a che gli scandali non irrompevano dalla palude.

Ed allora, si degnano di prendere carta e penna, per il consueto bla-bla del nulla.

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