Ecco come funziona il Reddito di cittadinanza nel 2021

Pensione minima e reddito minimo contro la povertà: come funziona, a quanto ammonta, a chi spetta, quali requisiti e adempimenti per ottenerlo

È operativo anche per il 2020 e il 2021 il reddito di cittadinanza, il nuovo sussidio contro la povertà, che viene riconosciuto a due fasce di destinatari: alle famiglie con soli componenti over 67 o disabili gravi è erogata la pensione minima di cittadinanza, che costituisce, di fatto, un’integrazione di tutte le pensioni ed i redditi sotto la soglia di povertà. Il reddito di cittadinanza spetta invece a tutti coloro che si trovano sotto la soglia di povertà, se vi sono dei componenti del nucleo familiare under 67 o non disabili gravi.

Ai cittadini, in cambio del sussidio mensile sino a 780 euro (per i single con affitto a carico; per le famiglie con più componenti, l’integrazione prevista è maggiore, sino a 1380 euro), si richiede però la ricerca assidua di un’occupazione, assieme alla frequenza di corsi di formazione e al lavoro a favore del proprio Comune di residenza. Sono esclusi dalle attività di politica attiva del lavoro i disabili (che possono però beneficiare del collocamento mirato), i pensionati, gli over 65 e gli studenti. Le attività di politica attiva sono sospese durante il periodo di emergenza per epidemia di coronavirus.

Il sussidio risulta sicuramente più incisivo rispetto al precedente reddito di inclusione Rei , dato che quest’ultima misura offriva un reddito massimo di quasi 540 euro mensili, per una famiglia di 5 e più persone (gli importi sono inferiori per i nuclei familiari di meno componenti, si parte da un minimo di circa 190 euro al mese); il reddito di cittadinanza richiede tuttavia un impegno notevole per il beneficiario, e il soddisfacimento di numerose condizioni.

La riforma dei centri per l’impiego, in base a quanto afferma il Governo, dovrebbe comunque trasformare il reddito di cittadinanza in una misura straordinaria, favorendo l’incontro tra domanda e offerta di lavoro ed assicurando realmente il collocamento dei disoccupati.

La pensione minima di cittadinanzada 780 euro mensili (per un single con affetto o mutuo a carico) costituisce invece una misura strutturale, non essendo possibile chiedere ai pensionati over 67 di cercare lavoro per aumentare il reddito: le risorse necessarie potrebbero risultare ad ogni modo sostenibili, con la riduzione del sussidio per chi non paga l’affitto o il mutuo, e grazie alla previsione dei limiti di reddito Isee e dei limiti patrimoniali.

Ma procediamo per ordine, e facciamo il punto della situazione sul reddito di cittadinanza 2021: come funziona, chi sono i beneficiari, a quanto ammonta, quali sono i requisiti e gli adempimenti richiesti, come ottenerlo.

L’Inps ha recentemente chiarito che, per fruire del reddito di cittadinanza nel 2021, la dichiarazione Isee va rinnovata entro gennaio, in quanto in scadenza il 31 dicembre 2020. Chi non invierà l’Isee entro il 31 gennaio 2021 subirà la sospensione del sussidio, che riprenderà soltanto una volta presentata la dichiarazione ed elaborata l’attestazione da parte dell’Inps.

Al reddito di cittadinanza si è aggiunto, ma solo temporaneamente, il reddito d’emergenza, un contributo finalizzato a sostenere le famiglie in difficoltà a causa dell’epidemia di coronavirus.

In base alle previsioni del decreto Rilancio, il reddito di emergenza ha un importo variabile tra i 400 gli 800 euro e spetta per due mesi, se si soddisfano le seguenti condizioni:

  • residenza in Italia;
  • Isee del nucleo familiare non superiore a 15.000 euro;
  • reddito familiare inferiore a soglie specifiche;
  • patrimonio mobiliare riferito al 2019 non superiore ai 10.000 euro (sino a un massimo di 20.000 euro in base alla composizione del nucleo familiare).

Il decreto agosto prima e successivamente il decreto ristori ne hanno prorogato la fruizione per altri tre ratei. Le domande devono essere presentate entro il 30 novembre 2020.

Secondo quanto indicato nel testo del decreto Rilancio, il reddito di emergenza risulta però incompatibile col reddito di cittadinanza.

Attenzione: per chi ha presentato domanda di reddito di cittadinanza nei primi mesi 2019, sono in scadenza i 18 mesi di fruizione. Per continuare a percepire il sussidio, è indispensabile presentare una nuova domanda.

La legge di bilancio 2021 prevede il rafforzamento delle risorse per il reddito di cittadinanza, che quindi non verrà assolutamente abolito.

Arriva il reddito d’emergenza

Apriamo una piccola parentesi sul Reddito d’emergenza: si tratta di un importo da 400 a 800 euro mensili in base alla consistenza del nucleo familiare, spettante per 3 mensilità; l’importo non è cumulabile con il Reddito di cittadinanza e con ulteriori indennità, come il bonus per i lavoratori autonomi.

Per ottenere il Reddito d’emergenza è necessario avere un Isee inferiore a 15mila euro e un valore del patrimonio mobiliare nel 2019 da 10mila a 20 mila euro, in base al numero dei componenti della famiglia (il valore è accresciuto di 5mila euro per ogni componente sino al tetto di 20 mila euro). Le domande vanno presentate entro luglio.

Per quanto riguarda la terza tranche, c’è tempo sino al 15 ottobre 2020. Successivamente la misura è stata prorogata per altre due quote al 30 novembre 2020.

Come funziona il reddito di cittadinanza?

Cerchiamo innanzitutto di capire le caratteristiche fondamentali del reddito di cittadinanza: questo sussidio consiste in una prestazione economica mensile, esentasse, accreditata a favore di coloro che possiedono un reddito sotto la soglia di povertà, assieme a ulteriori requisiti patrimoniali.

È considerato al di sotto della soglia di povertà ai fini del reddito di cittadinanza chi possiede un reddito inferiore ai 780 euro mensili, in caso di nucleo familiare con un solo componente, su cui grava l’affitto o il mutuo; la soglia di povertà è più alta, per le famiglie con più persone, sino ad arrivare a 1.536 euro al mese per le famiglie numerose con disabili o anziani.

In particolare, se la famiglia ha più componenti, il reddito è aumentato dello 0,4 per ogni persona maggiorenne e dello 0,2 per ogni figlio minore, sino a un punteggio massimo di 2,1 (2,2 per le famiglie con disabili gravi o non autosufficienti). Con riferimento al singolo componente, la soglia di reddito personale annuo da rispettare non deve essere superiore ai 6mila euro annui, che sale a 7.560 euro se il beneficiario ha diritto alla pensione di cittadinanza.

L’indicatore Isee del nucleo familiare (si tratta, in pratica, di un indice che “misura la ricchezza delle famiglie”) richiesto per il diritto al sussidio ammonta a 9.360 euro. Inoltre, per ottenere il beneficio sono previsti limiti legati al patrimonio mobiliare e immobiliare.

La prestazione è accreditata con unacarta acquisti (Carta Rdc), una carta Postepay, che consente di pagare le utenze, l’affitto e il mutuo, di prelevare contanti sino a un massimo di 210 euro al mese (220 per le famiglie con disabili gravi o non autosufficienti) e l’acquisto di beni e servizi di base.

Come funziona la pensione di cittadinanza?

Il reddito di cittadinanza non interessa soltanto i lavoratori e i disoccupati che si trovano sotto la soglia di povertà, ma anche gli anziani ed i pensionati. A questo proposito, la nuova normativa dispone infatti che, per i nuclei familiari composti esclusivamente da uno o più componenti di età pari o superiore a 67 anni, o da disabili gravi (in base a un recente emendamento) il reddito di cittadinanza assume la denominazione di pensione di cittadinanza, quale misura di contrasto alla povertà delle persone anziane.

requisiti per la pensione di cittadinanza sono gli stessi previste per il reddito di cittadinanza, salvo alcune eccezioni. L’attuale integrazione al trattamento minimo, pari a 515,07 euro mensili, e le ulteriori maggiorazioni, possono dunque essere ulteriormente integrate dalla pensione di cittadinanza per chi ne ha i requisiti; la pensione di cittadinanza integra, comunque, anche il reddito di chi non ha diritto alle maggiorazioni, e addirittura il reddito di chi non ha diritto alla pensione.

La pensione di cittadinanza non comporta, tuttavia, l’aumento diretto di eventuali pensioni e trattamenti, ma può essere erogata su carta acquisti o ritirata, in banca o alle poste, senza bisogno di utilizzare la carta Rdc.

A quanto ammonta il reddito di cittadinanza?

Il reddito di cittadinanza e la pensione di cittadinanza ammontano a un massimo di 780 euro mensili per ogni persona adulta senza reddito, con un mutuo o l’affitto a carico; per chi ha delle entrate, reddito e pensione di cittadinanza integrano gli importi percepiti sino ad arrivare al sussidio spettante calcolato. Nello specifico, l’importo del reddito di cittadinanza è determinato da due quote, che integrano il reddito della famiglia:

  • la prima quota ammonta a una soglia massima pari a 6mila euro annui, cioè arriva a un massimo di 500 euro al mese (630 euro al mese, 7.560 euro annui nel caso di pensione di cittadinanza) per il singolo componente del nucleo familiare; in presenza di più componenti si può arrivare a massimo 12.600 euro, cioè a 1.050 euro al mese (1.323 euro al mese, 15.876 euro annui per la pensione di cittadinanza); se nel nucleo sono presenti disabili gravi o non autosufficienti, la quota base del reddito di cittadinanza può arrivare a 1.100 euro mensili, e la quota base della pensione di cittadinanza a 1.386 euro mensili (in presenza di almeno 4 componenti);
  • la seconda quota del reddito è riconosciuta alle famiglie che pagano l’affitto dell’abitazione, ed è pari al canone annuo previsto dal contratto di affitto, sino a un massimo di 3.360 euro all’anno, 280 euro al mese (150 euro al mese, 1.800 euro annui per chi percepisce la pensione di cittadinanza);
  • nel caso di famiglie residenti in abitazioni di proprietà, per il cui acquisto o per la cui costruzione sia stato stipulato un contratto di mutuo da un componente della famiglia, la seconda quota è pari alla rata del mutuo, fino a un massimo di 150 euro al mese, 1.800 euro annui.

In ogni caso il beneficio economico:

  • non può superare la soglia di 9.360 euro annui (780 euro al mese) nel caso di nucleo familiare con un solo componente, ridotta del valore del reddito familiare; la misura massima in caso di più componenti può arrivare, in teoria, a 19.656 euro annui, 1.638 euro mensili; in concreto, per il 2019, la soglia massima arriva a 1.330 euro mensili per il reddito di cittadinanza (1380 per le famiglie numerose con disabili gravi o non autosufficienti) ed a 1.473 euro mensili per la pensione di cittadinanza( 1536 per le famiglie numerose con disabili gravi o non autosufficienti);
  • non può essere inferiore a 480 euro annui (40 euro al mese).

Come aumenta il reddito di cittadinanza?

Facciamo alcuni esempi per capire come aumenta il reddito di cittadinanza, al crescere dei componenti del nucleo familiare.

Per un single senza reddito che paga l’affitto, la quota base del reddito è 500 euro al mese, a cui bisogna aggiungere 280 euro d’integrazione per il canone di locazione (ipotizzando che sia pari o superiore a 280 euro al mese): l’importo ammonta dunque a 780 euro mensili.

Per unafamiglia di tre persone che paga l’affitto, con genitori disoccupati a reddito zero e figlio minorenne a carico, il reddito di cittadinanza del nucleo aumenta del 40% per il coniuge e del 20% per il figlio minore: in pratica, all’importo della quota base di 500 euro va aggiunto il 60% (40%+20%), cioè l’importo va moltiplicato per 1,6, quindi ammonta a 800 euro, ai quali vanno aggiunti i 280 euro mensili d’integrazione per l’affitto. Il reddito mensile ammonta perciò a 1080 euro.

Per unafamiglia di 5 persone, con genitori disoccupati a reddito zero e 3 figli minorenni a carico, il reddito di cittadinanza del nucleo aumenta del 40% per il coniuge e del 20% per ogni figlio minore: in pratica, l’importo della quota base di 500 euro va aumentato del 100%, ossia moltiplicato per 2, quindi ammonta a mille euro, ai quali vanno aggiunti i 280 euro mensili d’integrazione per l’affitto. Il reddito mensile ammonta così a 1280 euro.

Il reddito di cittadinanza e la pensione di cittadinanza sono esentasse non pignorabili.

Qual è la scala di equivalenza per il reddito di cittadinanza?

Ecco, esposto in tabella, il funzionamento dellascala di equivalenza per il reddito di cittadinanza e per la pensione di cittadinanza.

Scala di equivalenza RdC
1per il primo componente
+ 0,4per ogni ulteriore componente con + di 18 anni
+ 0,2per ogni ulteriore componente minorenne
fino a un massimo di 2,1
fino a un massimo di 2,2se in famiglia almeno un componente è disabile grave o non autosufficiente

Chi ha diritto al reddito di cittadinanza?

Possono chiedere il reddito di cittadinanza e la pensione di cittadinanza i cittadini maggiorenni che soddisfano le seguenti condizioni:

si trovano in stato di disoccupazioneo in stato di non occupazione (cioè hanno perso il posto o non hanno mai lavorato), o in stato di disoccupazione parziale (ossia hanno un lavoro, ma un reddito inferiore a determinate soglie); per i beneficiari di pensione di cittadinanza, gli studenti o i lavoratori il cui nucleo ha un reddito inferiore alle soglie di povertà, il requisito non è richiesto;

  • non hanno presentato le dimissioni nei 12 mesi precedenti la domanda; i lavoratori dimissionari sono infatti esclusi dal reddito per un anno, ma il nucleo può beneficiare del sussidio; non rilevano le dimissioni per giusta causa o durante il periodo di prova;
  • per i detenuti ed i ricoverati in una struttura a carico dello Stato il sussidio è sospeso (la famiglia ha diritto al reddito, ma il parametro della scala di equivalenza non tiene conto di queste persone); il diritto al reddito è ugualmente sospeso per chi ha subito una misura cautelare personale, anche adottata all’esito di convalida dell’arresto o del fermo, o una condanna, anche con sentenza non definitiva, per determinati reati ; nello specifico, la condanna definitiva deve essere intervenuta nei 10 anni precedenti la domanda di Rdc; questo requisito è stato recentemente confermato dalla Corte di Cassazione;
  • sono in possesso della cittadinanza italiana o di Stati dell’Unione europea, o sono familiari di un titolare del diritto di soggiorno o del diritto di soggiorno permanente, o cittadini di altri Stati in possesso del permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo, o dello status di titolare di protezione internazionale;
  • sono residenti in Italia da almeno 10 anni, di cui gli ultimi due, considerati al momento della presentazione della domanda e per tutta la durata dell’erogazione del beneficio, in modo continuativo (questo requisito deve essere verificato dai Comuni entro 30 giorni dalla concessione del sussidio, ma attualmente è all’esame della Commissione europea, in quanto sarebbe discriminatorio);
    • i cittadini provenienti da Paesi al di fuori dell’Unione europea possono ottenere il reddito o la pensione di cittadinanza soltanto se presentano una certificazione comprovante i requisiti reddituali e patrimoniali necessari per il sussidio, nonché la composizione del nucleo familiare; la certificazione deve essere redatta dall’autorità estera competente, tradotta in lingua italiana e legalizzata dall’autorità consolare italiana; l’obbligo di produrre questa certificazione non riguarda, però, i rifugiati ed i cittadini di Stati al di fuori dell’Ue nei quali sia oggettivamente impossibile acquisire un certificato con i requisiti richiesti; possiedono un indicatore Isee del nucleo familiare inferiore a 9.360 euro;
  • possiedono un valore del reddito familiare inferiore a 6 mila euro, riferito al singolo componente, o a 7.560 euro, in caso di pensione di cittadinanza; l’importo è elevato sino a 9.360 euro per chi paga l’affitto ed è da adeguare col parametro della scala di equivalenza;
  • possiedono immobili, oltre allaprima casa, per un valore totale inferiore a 30mila euro, anche all’estero;
  • possiedono un patrimonio mobiliare familiare (conti, carte prepagate, titoli, libretti, depositi, obbligazioni, partecipazioni…) non superiore a 6mila euro; questa soglia è incrementata di 2mila euro per ogni componente del nucleo familiare successivo al primo, fino ad un massimo di 10 mila euro, incrementati di ulteriori mille euro per ogni figlio successivo al secondo; i massimali sono ulteriormente incrementati di 5mila euro per ogni componente con disabilità, come definita a fini Isee, e di 7500 euro per ogni componente in condizione di disabilità grave o di non autosufficienza;
  • nessun componente della famiglia deve possedere autoveicoli immatricolati da meno di 6 mesi, o con cilindrata superiore a 1.600 cc e motoveicoli immatricolati nei 2 anni precedenti, o con cilindrata superiore a 250 cc; nessuno deve possedere navi o imbarcazioni da diporto; possono essere posseduti i veicoli per disabili;
  • è presente una dichiarazione Isee(ordinario, minorenni, corrente) in corso di validità per il nucleo familiare; l’Isee, dal 2020, è disponibile anche in forma precompilata.

Modifica dei dati e del titolare: aggiornamento carta Rdc

Si può modificare il titolare del reddito di cittadinanza?

La legge istitutiva del reddito di cittadinanza non disciplina espressamente la possibilità di modificare il titolare della prestazione o i dati anagrafici dichiarati in domanda.

Che cosa fare, allora, se sorge l’esigenza di aggiornare o modificare i dati anagrafici del richiedente la prestazione o del suo tutore, di inserire o eliminare un tutore o modificarlo, oppure di modificare il titolare della carta Rdc, attribuendola – in casi di stretta necessità – a un altro membro del nucleo beneficiario?

E se sorge la necessità di aggiornare i dati relativi alla residenza del nucleo beneficiario?

Per far fronte a queste esigenze, è stata rilasciata un’apposita utility che consente alle sedi Inps di aggiornare i dati autodichiarati in domanda, purché questa sia in corso di istruttoria e non sia stata oggetto di revoca o decadenza e purché non sia esaurita la durata (18 mesi) del sussidio.

Le variazioni possibili sono le seguenti:

  • la variazione delle generalità, dei dati anagrafici del richiedente la carta Rdc e del tutore, se presente;
  • la variazione dello stato di cittadinanza e del luogo di residenza del richiedente;
  • la variazione degli estremi del documento di riconoscimento, dei dati del documento di riconoscimento del richiedente o del tutore, se presente;
  • la variazione dei recapiti per le comunicazioni (dati di domicilio, e-mail e telefono cellulare).

Come chiarito nel messaggio Inps 1983/2020, le variazioni comportano la generazione e il rilascio di una nuova carta Rdc da parte di Poste Italiane se si tratta:

  • dell’aggiornamento dei dati anagrafici del richiedente o del tutore;
  • dell’indicazione di un nuovo titolare della carta (richiedente) tra i membri del nucleo;
  • della sostituzione (o la nomina o il venir meno) di un tutore.

Tutte le modifiche possono essere richieste presso le sedo territoriali Inps, anche tramite Pec, previo possesso di idonea documentazione, cioè di un documento di identità in corso di validità, del codice fiscale e di ogni altro documento che attesti la necessità di modifica dei dati (ad esempio, provvedimento di nomina di un tutore), sia dichiarati all’atto della domanda che intervenuti successivamente (ad esempio, modifica del codice fiscale e/o del nome e cognome del richiedente).

Si può presentare l’Isee corrente se il reddito diminuisce?

Se il reddito della famiglia diminuisce, ad esempio perché uno dei membri perde il posto di lavoro, perché il cambiamento sia recepito ai fini del reddito di cittadinanza, nell’Isee normale, occorre parecchio tempo. Ad esempio, nell’Isee ordinario 2021 sono recepiti i cambiamenti avvenuti nel corso del 2019.

Ai fini del reddito di cittadinanza, se sussistono le condizioni (cessazione o sospensione dell’attività lavorativa) è possibile però presentare l’Isee corrente, che si basa sui redditi più recenti e non del secondo anno precedente la dichiarazione, come l’Isee ordinario. L’Isee corrente è stato recentemente riformato, è possibile presentarlo non solo per la perdita del lavoro, ma anche per gli scostamenti reddituali superiori al 25% (qualunque ne sia la causa) e per la perdita di una pensione o di un sussidio da parte di almeno un componente della famiglia. Inoltre, nei casi in cui ricorrano le condizioni per la presentazione dell’Isee minorenni, ci si deve riferire all’indicatore così determinato.

Reddito di cittadinanza per chi supera la soglia di reddito

Se il nucleo familiare supera la soglia di reddito di 6mila o 7.560 euro (da moltiplicare per la scala di equivalenza), ma non la soglia di 9.360 euro, può aver comunque diritto alla quota del reddito di cittadinanza spettante per chi ha l’affitto o il mutuo a carico.

Per sapere l’importo della seconda quota di Rdc o Pdc alla quale si ha diritto, bisogna eseguire le seguenti operazioni:

  • calcolare la quota relativa all’affitto o al mutuo, moltiplicando la soglia di 9360 euro per l’importo della scala di equivalenza della famiglia e sottraendo il reddito familiare annuo;
  • confrontare questo importo con l’affitto annuo dovuto;
  • dividere il minor importo per 12;
  • spetta sempre il minor importo tra l’integrazione della soglia ottenuta moltiplicando la somma di 9.360 per la scala di equivalenza, al netto del reddito familiare, e la somma effettivamente corrisposta a titolo di affitto o mutuo.

Come funziona la carta Rdc?

Il reddito di cittadinanza è erogato attraverso la carta Rdc, una carta rilasciata dalle Poste e ricaricata mensilmente dall’Inps.

Tramite la carta è possibile:

  • pagare l’affitto e il mutuo;
  • acquistare beni e servizi per le esigenze dei componenti della famiglia;
  • prelevare contanti (sino a un massimo di 100 euro, da moltiplicare per il valore della scala di equivalenza).

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