Le pensioni resteranno al palo anche nel 2021

L’inflazione blocca gli importi degli assegni previdenziali: il prossimo anno, nessun aumento. A rischio il potere d’acquisto

Brutte notizie per i pensionati nel 2011, categoria bistrattata dal governo e di cui ne Pd, ne M5s e IV se ne occupano. Eppure i pensionati, cioè quelli che hanno costruito il boom economico dell’Italia, sembrano destinato solo a morire di fame, o a decedere per il Covid-19, ad iniziare dalle case di riposo, dove il virus ha colpito duro, anche grazie ai mancati controlli da parte della Sanità pubblica. Intanto, i prezzi al consumo sicuramente aumenteranno nel prossimo anno. Le pensioni, invece, no. La brutta notizia arriva dal decreto firmato a due mani dai ministri dell’Economia e del Lavoro, appena pubblicato sula Gazzetta ufficiale: gli assegni previdenziali del 2021 resteranno intatti, cioè le pensioni non aumenteranno il prossimo anno.

Tutta colpa dell’inflazione. Secondo l’Istat, infatti, la variazione dell’indice di riferimento per il 2020 rispetto al 2019 registra un leggero calo dello 0,3%, indipendentemente da quello che succederà nell’ultimo trimestre di quest’anno. Poiché la legge prevede che l’adeguamento degli importi delle pensioni non possa essere negativo, quel leggero calo viene arrotondato e fissato a zero. Insomma, l’assegno non diminuisce ma nemmeno aumenta.

Una piccolissima variazione dovrebbe essere riscontrata nella pensione di gennaio. I dati dicono che la variazione applicata in via provvisoria nel 2020 è stata dello 0,4% rispetto all’anno precedente e che il valore definitivo è di +0,5%. Significa che a gennaio verrà riconosciuto uno 0,1% in più rispetto agli importi erogati durante il 2020.

Va da sé che con gli assegni invariati, nel momento in cui i prezzi al consumo comincino a registrare degli aumenti il potere di acquisto dei pensionati sarà destinato a diminuire. L’equazione è chiara: si avranno a disposizione gli stessi soldi per comprare le stesse cose che, però, costano di più.

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