Il figlio di Soros in Vaticano. Quegli strani incontri di Francesco
Il 5 luglio 2023, quando Francesco ha accolto in Vaticano l’ex presidente Usa Bill Clinton, nel nutrito gruppo di accompagnatori c’era Alexander Soros, figlio del miliardario George Soros.
Come annunciato dal Wall Street Journal all’inizio di giugno, Alexander Soros, trentasette anni, è appena succeduto al padre, con l’incarico di controllare l’impero finanziario, le ONG e i media raggruppati sotto il nome di Open Society Foundations, tutti organismi ben noti per il loro attivismo anticristiano.
Il mandato di Alexander Soros è di snellire l’intera struttura per renderla più efficiente e ancora più concentrata sugli obiettivi principali: “Attraverso questo nuovo modello – ha spiegato – puntiamo a trasformare le operazioni in tutta la rete globale, con l’obiettivo di generare un’organizzazione più agile, in grado di fare tesoro dei risultati ottenuti in passato e di affrontare le sfide urgenti ed emergenti”.
Il vaticanista Giuseppe Nardi ha ricordato la politica pro-aborto dell’amministrazione Clinton: “Durante le conferenze Onu del Cairo (1994) e di Pechino (1995), l’agenda pro-aborto fu inserita per la prima volta, in modo velato, nei documenti Onu. Una formula come “saluta riproduttiva” è stata e continua a essere utilizzata a questo scopo. Sotto Clinton, la cultura della morte ha guadagnato terreno.
L’autore nota che la sinistra statunitense ha intrapreso con decisione “una campagna ideologica aggressiva contro l’ordine naturale: contro il matrimonio, la famiglia, i bambini non nati, e a favore dell’aborto e dell’omosessualità”.
Secondo Nardi, è stato George Soros a finanziare la visita di Francesco negli Stati Uniti nel settembre 2015, con 600 mila dollari. Un sostegno finanziario, “reso pubblico da Julian Assange e WikiLeaks, gestito dal cardinale Oscar Andrés Rodríguez Maradiaga, braccio destro del papa”.
WikiLeaks è una ONG senza scopo di lucro, fondata da Julian Assange nel 2006, che pubblica documenti riservati; le fughe di notizie provengono da fonti anonime. Forse un giorno smetteranno di essere anonime?
La Open Society Foundation, da qualche settimana controllata da Alexander Soros, è sempre stata un terreno fertile per programmi, attività e organizzazioni pro-aborto, pro femminismo e “progressiste”. Nata nel 1993, è diretta principalmente contro la vita e la famiglia, combattute con l’aborto, l’eutanasia, la comunità LGBTQ+, l’immigrazione e lo statalismo.
Solo due anni fa, per fare un esempio tra tanti, la Open Society Foundation (insieme alla Fondazione Bill e Melinda Gates, a Planned Parenthood e alla Commissione von der Leyen) ha fondato l’EPF o Forum parlamentare europeo per la sessualità e diritti riproduttivi, che ha riunito un gruppo di “amici”, tutti eurodeputati, per lanciare una violenta campagna con l’obiettivo di rivendicare l’uccisione dei bambini non ancora nati come un “diritto umano”, promuovere l’agenda di genere e contrastare gli oppositori chiamandoli “estremisti religiosi”.
La Open Society Foundation è tra le istituzioni che finanziano il portale OpenDemocracy.net, sul quale appaiono articoli, editoriali e rubriche che mirano ad abolire la famiglia perché “superata e inadeguata”.
In un video pubblicato da Project Veritas, Tee Stern, capo della sezione di Atlanta di Refuse Fascism, autoproclamata organizzazione “antifascista” dell’estrema sinistra negli Stati Uniti, ha spiegato di aver cercato e ottenuto finanziamenti dall’organizzazione di Soros a sostegno dell’aborto e contro i suoi oppositori.
Il piano è molto semplice: prendere il controllo dei “media ribelli” e allinearli al mainstream.
Non c’è molto da dire su Bill Clinton e sulla fondazione che porta il suo nome. Il suo impegno verso un mix di ambientalismo estremo e difesa radicale dell’aborto è ben noto e si adatta perfettamente all’agenda dell’Open Society Foundation. Uccidere bambini innocenti nel grembo materno è chiamato “salute riproduttiva” e imporre l’ideologia di genere è “promozione dei diritti umani”.
Alexander Soros è stato inserito surrettiziamente nella delegazione di Bill Clinton. Giuseppe Nardi chiarisce: “Questo piccolo trucco è stato concordato tra le due parti. Il Vaticano riceve un elenco preciso di tutti coloro che accompagnano una personalità ricevuta dal papa. Casa Santa Marta ne era a conoscenza e ha dato il suo consenso”.
Vatican News, il portale dei media della Santa Sede, ha cercato di mitigare le critiche sullo strano gruppo di visitatori sottolineando che Alexander Soros non ha parlato direttamente a Francesco durante l’udienza, mentre il papa ha parlato con Bill Clinton, il vero ospite: “Durante l’incontro personale tra Francesco e Clinton, Alexander Soros ha visitato alcuni luoghi del Vaticano con gli altri membri della delegazione. Ha incontrato Francesco solo per salutarlo e scattare qualche foto”.