Ultimatum alla Raggi: “Dacci subito 100 milioni di euro o …”
Ultimatum alla Raggi. È stata dissotterrata l’ascia di guerra. “Ci deve pagare 100 milioni di euro, subito, oppure salta il sistema”. Una bomba finanziaria a orologeria sotto la poltrona di Virginia Raggi: a piazzarla sono stati i suoi predecessori in Campidoglio, a farla saltare in aria potrebbero essere le oltre 100 aziende che vantano crediti milionari con l’amministrazione della Capitale. Intervistato dal Tempo, è in particolare Edoardo Bianchi, presidente dell’Acer (Associazione Costruttori Edili di Roma e Provincia) a lanciare quello che si piazza a metà strada tra un grido di allarme e una minaccia. Il settore dei “palazzinari” (visti come fumo negli occhi dal Movimento 5 Stelle, tanto da giustificare il No alle Olimpiadi proprio come diga alla speculazione edilizia) è quello più esposto: alla crisi, sì, ma anche alle inadempienze del Comune romano, con i pagamenti bloccati dal 2014 (gestione Ignazio Marino): “Ci sono situazioni in cui l’amministrazione chiama delle imprese per eseguire dei lavori in somme urgenze, ovviamente non previste in bilancio – spiega Bianchi -. Questi sono lavori realizzati fra il 2013 e il 2014, ma da allora gli uffici stanno ancora verificando la giustezza degli atti contabili, degli affidamenti e delle esecuzioni. Credo che a parte il Papa, tutti abbiano avuto titolo a fare queste verifiche. Noi oggi diciamo: se avete controllato tutto, a chi non è in regola non date una lira, ma pagate chi ne ha diritto. Altrimenti salta il sistema”. Debiti fanno rima con giustizia: “Ci sono imprese che non hanno aspettato tutto questo tempo ed hanno fatto causa al Comune di Roma ottenendo decreti ingiuntivi, parliamo del 20% di quelle in attesa”. Una soluzione drastica che rischia di mettere in ginocchio il bilancio del Comune: “Lo capisco – allarga le braccia il presidente dei costruttori -, ma ci troviamo di fronte a un abuso da parte della Pubblica Amministrazione. Nel caso di specie ancora più grave perché, per il patto di stabilità se il Comune non spende questi soldi vengono restituiti al governo centrale”.