Tasse Armageddon. Verso la dichiarazione sul cumulo dei redditi familiari. Fine dei Caf

E’ in vigore dal 2015 il nuovo sistema di calcolo dell’Isee, apripista per un nuovo scenario apocalittico di aumento delle tasse. Le future dichiarazioni dei redditi, non saranno  più basate sui redditi del singolo, bensì sul cumulo di tutti gli appartenenti ad un nucleo familiare (Stato di famiglia). Al momento l’Isee è solo il principale indicatore della condizione economica con il quale viene regolamentato l’accesso alle prestazioni sociali agevolate. Si tratta di una riforma che opera nel profondo. L’erogazione delle prestazioni welfaristiche viene ristrutturata nel verso dell’espulsione dalla sfera di idoneità a beneficiare delle prestazioni ricalcolando a rialzo la condizione economica. Insomma, come se all’improvviso, ci fossimo arricchiti e quindi cosa dovremmo farcene di borse di studio, contributi assistenziali, tariffe agevolate etc.? Nel dettaglio il nuovo sistema prevede un forte ridimensionamento dell’autocertificazione delle informazioni e un’informatizzazione del calcolo e del controllo dei dati utili alla definizione dell’ISEE. Concretamente il dichiarante dovrà rivolgersi a un CAF per trasmettere i propri dati anagrafici compilando una Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU). La DSU potrà essere trasmessa anche per via telematica tramite il sito dell’INPS. I dati vengono acquisiti dall’INPS e dall’Agenzia delle Entrate e incrociati con le informazioni presenti nei database per determinare l’ISEE. Se dopo 15 giorni dalla presentazione della DSU il dichiarante non avrà ancora ricevuto l’attestazione potrà autodichiarare i dati per il calcolo, esattamente come prima. Questo nuovo procedimento tende a smaltire l’intermediazione dei CAF che oggi veicolano all’incirca il 90% delle richieste, perché codesti possono veicolare informazioni di supporto scomode al Fisco. Non a caso a oggi restano bloccati i compensi corrisposti dall’INPS ai CAF. Facile immaginare, così, la chiusura dei Patronati. Se si analizzano le novità del nuovo ISEE ci si imbatte innanzitutto in tre tipi principali di domande differenziate in base alla prestazione richiesta. Infatti, all’ISEE ordinario, si affiancherà un modulo ISEE università, utilizzabile per le prestazioni relative al diritto allo studio, un modulo per le prestazioni socio-sanitarie, con una variante riservata alle prestazioni socio-sanitarie residenziali, e un ISEE per le prestazioni agevolate rivolte ai minorenni figli di genitori non coniugati o non conviventi. Questa modularità risponde all’esigenza di individuare le caratteristiche specifiche del nucleo familiare di riferimento e quello effettivo al quale attrarre il soggetto richiedente le prestazioni assistenziali. Tra le novità eclatanti rientra la modifica del parametro di calcolo dei cosiddetti “risparmi”, ovvero i patrimoni mobiliari in depositi e conti correnti bancari e postali. Questi vengono valorizzati non più verificando il saldo attivo del conto al 31 dicembre ma considerando la giacenza media del conto stesso, considerando quindi la portata dei movimenti e non il risparmio accumulato. Al fine di contrastare le dichiarazioni leggermente falsate dal prelievo di qualche spiccio dal conto corrente alla scadenza del 31 dicembre, si opta per una considerazione dinamica della ricchezza, quasi redditualizzando il patrimonio. Si tratta in fondo della stessa tendenza che descrive la vera truffa del nuovo ISEE: l’inclusione nel calcolo dell’indicatore anche delle somme fiscalmente esenti come assegni familiari, borse di studio, assegni sociali, indennità di accompagnamento, pensioni di invalidità. Sembrerebbe un curioso gioco delle tre carte in base al quale chi beneficia al momento di alcune prestazioni sociali, una volta conteggiato il valore reddituale di quelle stesse prestazioni, rischia poi di vedersene escluso. Con buona pace dei vagheggiamenti sulle possibilità di redistribuzione sociale della ricchezza tramite erogazione di un reddito minimo universale e garantito come opzione riformista sistemica in questa fase.

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